"Vogliamo soltanto che torni la pace"

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"In Russia e in Ucraina, come anche qui, tutti vogliamo solo una cosa: che questa guerra finisca il più presto possibile. Una mia amica ha dovuto camminare per due chilometri a piedi, nel gelo, per recuperare i figli". Inga Kondratenko (nella foto), figlia di un tedesco e di una russa, vive da 12 anni a Civitanova dove è general manager di "Marina C.", azienda di moda e calzature. "Sento i parenti in Russia e gli amici in Ucraina, e qui in azienda lavorano persone di entrambe le nazioni. Ognuno qui ha una sua visione, magari un po’ più globale rispetto a come la vedono là. Ma in Ucraina c’è la guerra, c’è poco da dire, e noi speriamo solo di poter restaurare quanto prima la pace".

Come è la situazione dal punto di vista del lavoro?

"Si cerca di sopravvivere. Siamo la terza regione per export in Russia e paesi dell’ex Urss. La situazione non era semplice già da otto anni, ora è improponibile. Non sono esperta di questo, ma ci stiamo muovendo con Confartigianto, Confindustria, Regione e Governo. Speriamo che ci siano misure straordinarie per noi. I settori del calzaturiero e delle pelli sono tutti nelle nostre condizioni. I clienti all’estero ora non ci possono pagare, hanno paura dei trasporti anche se sembra che la merce continui ad arrivare, ma a che prezzi in Russia dovrebbero vendere questi prodotti? E per l’Ucraina poi non parte nulla: dopo le 16 non esce più nessuno, le città sono bombardate. Non è facile, nessuno sa cosa stia succedendo esattamente, e nessuno sa cosa succederà. Finita la pandemia speravamo di ripartire, ci mancava solo questo".

Ci sono discussioni in azienda tra russi e ucraini?

"Ognuno ha la sua spiegazione, chi parla di geopolitica, non sempre c’entra il nazionalismo, contano anche l’uscita sul Mar Nero, la Nato e altro. Le motivazioni sono diverse, ma alla fine le conseguenze le subiranno tutti, l’Europa in primis, anzi le stiamo già subendo".

Cosa le dicono i suoi amici?

"Alcuni in Ucraina si stanno spostando a ovest, dove la situazione è più calma. Alcune amiche stanno portando via figli e nipoti. Una in particolare è partita da Modena ed è arrivata al confine con l’Ungheria, ha fatto due chilometri a piedi a un grado sotto zero, per riprendere i bambini. Tutti vogliamo una cosa sola: che finisca"

Paola Pagnanelli