Alluvione Marche, 14 avvisi di garanzia per omicidio colposo. “Allarme in ritardo”

Morirono 13 persone. I provvedimenti sono indirizzati a sei sindaci della vallata del Misa e del Nevola, a due funzionari di primo piano dei vigili del fuoco di Ancona e a sei tra responsabili, funzionari e operatori della Protezione civile regionale e del Sistema integrato di emergenza

Ancona, 1 novembre 2023 – Svolta nell’inchiesta sull’alluvione delle Marche del 15 settembre 2022 che causò 13 vittime: sono 14 gli avvisi di garanzia. “L’allarme fu dato in ritardo”. 

La Procura della Repubblica dell'Aquila ha inoltrato 14 inviti a comparire. Fango e pietre ricoprirono diversi Comuni dell'hinterland. I provvedimenti sono indirizzati a sei sindaci della vallata del Misa e del Nevola, a due funzionari di primo piano dei vigili del fuoco di Ancona e a sei tra responsabili, funzionari e operatori della Protezione civile regionale e del Sistema integrato di emergenza. Si tratta di avvisi di garanzia tecnici per essere interrogati dai carabinieri forestali di Ancona su delega del sostituto dell'Aquila, Fabio Picuti. L'accusa al momento ipotizza il reato di omicidio colposo plurimo in concorso.

Le tragiche immagini dell'alluvione che ha colpito le Marche causando 13 vittime. Ci sono 14 indagati
Le tragiche immagini dell'alluvione che ha colpito le Marche causando 13 vittime. Ci sono 14 indagati

Al momento, le contestazioni riguardano condotte colpose "commissive e omissive" che in cooperazione colposa (ognuna indipendentemente dalle altre) avrebbero "per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e violazione di norme" causato la morte di 13 persone travolte dalle acque del fiume.

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"Allarme dato in ritardo”

Per il pm Picuti l'allarme sarebbe stato dato in ritardo, scattò solo intorno alle 22, troppo tardi per mettere in salvo i cittadini. Le presunte omissioni dei sindaci vanno a vario titolo dal mancato aggiornamento del flusso di informazioni al prefetto, al presidente della Giunta regionale e alla Soup della Protezione civile e alla popolazione; all'omesso aggiornamento del piano comunale di protezione civile passando anche al mancato presidio idrogeologico con il monitoraggio dei punti critici.

Mancata informazione dei cittadini sui rischi idrogeologici

Dito puntato anche sulla mancata informazione dei cittadini sui rischi idrogeologici. Anche il comandante dei vigili del fuoco di Ancona e il funzionario di turno quella sera in sala operativa vengono chiamati in causa per aver violato una direttiva della presidenza del consiglio dei ministri del 2008 che impone di garantire l'immediato e continuo reciproco scambio di informazioni, limitandosi invece alle segnalazioni "alle proprie strutture di appartenenza. Le presunte omissioni addebitate ai sei indagati riguardano a vario titolo presunte inosservanze di direttive e delibere, anche di giunta regionale, sul flusso informativo continuo e l'omessa verifica sui piani di protezione civile comunali nella Valmisa, insieme al mancato adeguamento delle procedure di allertamento regionale alle direttive e agli indirizzi del Dipartimento di protezione civile nazionale in materia di prevenzione del rischio idrogeologico e idraulico.