REDAZIONE MARCHE

Dalla vigna alla tavola. Una filiera di qualità che guarda al futuro

Dal 2010 al 2024 investimenti per oltre 40 milioni

Mirco Carloni, deputato, ex assessore regionale e ora presidente della commissione agricoltura della Camera dei deputati

Mirco Carloni, deputato, ex assessore regionale e ora presidente della commissione agricoltura della Camera dei deputati

La conformazione territoriale delle Marche, unita alle caratteristiche pedoclimatiche, le rende una regione particolarmente votata alla viticoltura. I 18.000 ettari coltivati e una produzione superiore a 1.200.000 ettolitri di vino all’anno – di cui il 70% proveniente dalle nostre venti etichette Dop – fanno sì che i vini marchigiani siano tra i più famosi e ricercati. Il settore da anni sta investendo in progetti specifici dedicati alla sostenibilità ambientale, che si esplicano in quello che potremmo definire un processo che va "dalla vigna alla bottiglia" e che vede coinvolti tutti gli attori della filiera. Si tratta di un percorso virtuoso, che ha come finalità quella di affrontare le sfide legate al cambiamento climatico, all’etica delle pratiche economiche, alla economicità delle attività, alla sostenibilità sociale, affinché i nostri territori e il prodotto possano crescere e dunque consolidarsi.

Il 2024 è stato, infatti, un anno di consolidamento per la filiera. Non abbiamo registrato una diminuzione dei consumi dei vini rossi e abbiamo invece registrato un buon incremento di vini bianchi e spumanti. Anche l’export è in cresciuto. Stati Uniti e Canada detengono il primato delle esportazioni, seguiti da Regno Unito, Svizzera e Giappone per i mercati extra Ue, mentre in Europa i mercati più attrattivi sono Germania, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia, Svezia, Austria e Danimarca.

Se l’export si consolida, anche gli investimenti interni contribuiscono alla crescita del comparto. Dal 2010 al 2024, infatti, il totale degli investimenti messi in campo dai due consorzi regionali con i contributi comunitari ha oltrepassato quota 40 milioni di euro, inoltre al Masaf è stata inviata la richiesta di modifiche ordinarie e unionali per nove disciplinari di produzione. Parliamo di Castelli di Jesi, del Verdicchio dei Castelli di Jesi, del Conero, del Verdicchio di Matelica Riserva, del Verdicchio di Matelica, e questo è un ottimo segnale, che mostra la vivacità dei produttori alla ricerca di nuovi consumatori e mercati.

Il cambio del disciplinare significa adeguare il vino ai gusti dei consumatori, favorendo la crescita delle aziende che puntano sull’enoturismo e sulla identificazione territoriale del prodotto. In questo le Marche, grazie a oltre trenta prodotti Dop, IgP, STg e QM, sono la regione che si presta ad accogliere gli appassionati di cultura, di storia, dei borghi e delle città d’arte, favorendo un turismo di prossimità, che alle bellezze storiche e artistiche unisce le eccellenze delle cantine e dell’agroalimentare che le rendono uniche.

Presidente della Commissione agricoltura della Camera dei deputati