
Gino Sabatini, presidente di Camera Marche, ha presentato i dati relativi all’export regionale
Rallentano le esportazioni delle Marche nel primo trimestre dell’anno. Il valore delle vendite dei prodotti made in Marche oltre i confini nazionali è stato pari a 3.174,9 milioni, con un calo dell’11,6% sul primo trimestre del 2024. Tutti in territorio negativo i dati relativi alle esportazioni nei principali Paesi di destinazione, dove si concentra il 97,4% dell’export regionale. Nei confronti della Germania, che resta la migliore cliente per le aziende delle Marche, il valore dell’export è stato di 393,8 milioni con una flessione del 9,2%; poi ecco la Francia con 342,6 milioni (-13,2%) e gli Usa con 219,6 milioni (-18,1%). In questo caso iniziano ad avvertirsi le conseguenze del clima di incertezza creato dagli annunci di Trump sui dazi. Altri mercati importanti sono il Belgio con 184,8 milioni (-12%) e la Spagna con 176,5 milioni (-3,5%).
L’analisi a livello territoriale evidenzia che il trend sfavorevole delle esportazioni è diffuso in tutte le province: quelle di Ascoli e Ancona hanno contribuito maggiormente al calo tendenziale regionale. Fortemente condizionato dalla flessione delle esportazioni dei prodotti medici con la fine dell’emergenza Covid, l’export nel Piceno ha avuto un crollo del 19,5%, mentre la provincia di Ancona ha fatto registrare un calo del 12,5%. Il perdurare della congiuntura negativa del settore moda, abbigliamento e calzature, invece, è alla base della contrazione delle esportazioni nel Fermano (-11,1%) e in maniera più contenuta nel Maceratese (-4,9%).
Variazione negativa nel periodo preso in considerazione anche nelle esportazioni della provincia di Pesaro e Urbino (-8,1%). In questo scenario di difficoltà le aziende sono alla costante ricerca di nuovi mercati di sbocco, anche per fare fronte alle temute politiche sui dazi di Trump.
È infatti il sentiment che si respira tra gli operatori al MeetInMarche, ieri al debutto a Colli del Tronto (Ascoli), un grande incoming per i settori dell’agroalimentare, del mobile e della moda organizzato da Camera Marche con le aziende speciali Tecne, Linea e Linfa. In due giorni 140 aziende hanno la possibilità di incontrare cinquanta buyer esteri di undici Paesi: Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Romania, Regno Unito, Belgio, Danimarca, Svezia, Norvegia, Germania, Paesi Bassi. "La risposta delle imprese alla proposta di coinvolgimento è stata pronta e positiva – dice Gino Sabatini, presidente di Camera Marche –. Nei nostri imprenditori c’è la consapevolezza della necessità di stare nei mercati esteri con maggiore forza proprio ora che il momento economico e politico è così complesso e incerto. I dati sull’export diramati dall’Istat ed elaborati dal nostro ufficio statistica mostrano un quadro perlopiù negativo, ad eccezione dell’agroalimentare".
La formula dell’incoming prevede, oltre ai tradizionali incontri di affari b2b, l’esposizione dei prodotti agroalimentari e della moda, ma anche tour in aziende e realtà del territorio, ad esempio il museo del cappello di Montappone, per fare esperienza delle Marche e delle loro produzioni. La stilista svedese Alice Fredéh che produce le sue borse in Toscana (e tra i clienti ha anche la futura regina di Svezia) e ora guarda alle Marche, il buyer belga che cercava un produttore di olive in salamoia in vetro e appena messo piede a Colli ha trovato l’azienda che cercava: in poche ore si sono già intrecciate nuove relazioni d’affari, che dimostrano la vitalità e l’appeal delle imprese marchigiane. "Dobbiamo sempre di più esportare i nostri prodotti e posizionarli in nuovi mercati – spiega l’assessore regionale Andrea Maria Antonini –. È un obiettivo che Camera e Regione perseguono insieme".