Riforma sanità Marche, Acquaroli: "Ecco il nuovo piano"

A Pesaro incontro con duecento sanitari di Marche Nord e Asur. "Attenzione alle persone, non agli equilibri di potere"

Il Governatore Acquaroli

Il Governatore Acquaroli

Pesaro, 15 luglio 2022 - La sanità nelle Marche non funziona? Mancano medici nei pronto soccorso, nelle ambulanze, negli ambulatori o nelle guardie mediche? I concorsi vanno deserti, si reclutano solo pensionati 70enni e i posti letto sono a quota meno 300 solo a Pesaro? Calma e gesso. Arriva una nuova riforma della sanità a firma della giunta Acquaroli. È già pronta e sarà presentata in Consiglio entro il 15 agosto.

Si riassume così: spariranno le Asur e l’azienda ospedaliera Marche nord. Arrivano le Ast provinciali (aziende sanitarie territoriali), ci sarà un direttore generale per provincia e non più tre, e ospedali nuovi o vecchi a Pesaro, Fano, Urbino, Pergola, con case e ospedali di comunità o cliniche convenzionate, in altre parole via libera alla "sanità di prossimità", ma con meno colletti bianchi a comandare.

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La parola d’ordine è "dialogo col territorio", per "bloccare la mobilità passiva", cioè le trasferte dei marchigiani per curarsi verso la Romagna e l’Umbria (114 milioni di spesa annua a carico delle casse marchigiane in favore di cliniche e ospedali romagnoli) col 34% dei partenti che risiedono in provincia di Pesaro e Urbino. Ieri , il presidente Acquaroli e l’as sessore alla sanità Saltamartini hanno incontrato a Pesaro circa duecento sanitari di Area Vasta 1 e azienda ospedaliera per avere da loro un’opinione sulla riforma in vista e hanno ottenuto un plauso generalizzato.

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"È stato molto utile avere la loro opinione – ha detto poi Acquaroli –, perché così sappiamo di aver interpretato bene le loro aspettative e indicazioni. Basta con tre teste a comandare con sovrapposizioni e disorganizzazione, ci sarà un solo direttore che governerà i distretti, i dipartimenti e i presidi ospedalieri". Per i medici, questa novità è fant astica.

«Non solo – ha aggiunto l’as sessore Saltamartini –, noi crediamo così fortemente nel razionalizzare le governance e nel dialogo con le comunità che abbiamo previsto un ruolo prezioso per i sindaci. Dovranno fornire pareri e giudizi sul lavoro svolto dal direttore provinciale dell’Ast. Non sarà vincolante, né dovrà essere un discorso di amici o nemici di partito, ma di obiettiva valtuazione del lavoro. E vogliamo che anche i cittadini dicano la loro. Potranno fare delle recensioni sulla qualità del servizio sanitario che hanno ricevuto. Dobbiamo essere attenti alle persone e non agli equilib ri di potere. Purtroppo, finora è successo il contrario".

Ha detto Acquaroli: "Metteremo 6 milioni e me zzo di euro complessivi per il reclutamento di nuovi medici con l’attivazione di 110 borse per la formazione e 42 contratti. Dobbiamo arginare le uscite per i pensionamenti e questo si fa programmando, cosa che non è stata fatta nella precedente legislatura, per cui ci troviamo con i tanti vuoti di organico in vari settori. Non lo dico per fare polemica perché servirebbe a poco, ma è così. Nessuno pensava prima di reclutare medici per sostituire chi andava in pensione. Lo facciamo adesso ma gli effetti li vedremo l’anno prossimo".

E nel frattempo , le ambulanze senza medico, i reparti senza posti letto, le guardie mediche chiuse, i medici di base che non ci sono più. Che si fa? L’assessore Saltamartini ha dato tre risposte: "Metteremo un medico alla guida di un’auto che possa andare dove serve senza rimanere in servizio in un’unica ambulanza, chiameremo cooperative di medici e sanitari a coprire i turni e telemedicina, con digitalizzazione sempre più spinta. Purtroppo, il problema della carenza dei medici è generalizzato, non se ne vanno solo dalle Marche. Non ci sono certe figure e noi ora, in accordo con l’Università, andiamo a prenderle sui banchi di scuola, appena laureati e all’inizio della specializzazione".

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"Dobbiamo renderci conto – ha detto Acquaroli – che la gente invecchia, non nascono figli e si spopolano i paesi dell’entroterra. Se non ci organizziamo per affrontare questo cambiamento radicale della società, non daremo risposte a nessuno. Le eccelenze saranno l’Inrca e l’ospedale regionale di Torrette, per il resto avremo uno o più ospedali di prossimità per dare delle risposte rapide. Ma dobbiamo correre, perché la società cambia molto più in fretta dei nostri dibattiti. Che sono importanti, ma poi bisogna decidere. E noi lo abbiamo fatto".