A 13 anni minacciato e abusato per mesi. In trappola i quattro orchi: due sono minori

Sarebbe stato attirato in una casa dove due uomini di 26 e 27 anni e due ragazzi di 16 e 17 anni avrebbero abusato di lui. Un arresto

Allarme giovani (foto d'archivio)

Allarme giovani (foto d'archivio)

di Valentina Reggiani

Con l’idea di giocare ai videogame e probabilmente con l’intento di essere ‘accettato’ nel gruppo di ragazzi più grandi ha acconsentito ad entrare in quella che si sarebbe rivelata poco dopo una vera e propria casa degli orrori. A soli tredici anni, infatti, avrebbe subito i peggiori atti di bullismo – pare ripresi anche con i telefonini – ma anche pesanti molestie sessuali. La torbida storia di violenza ha avuto inizio a gennaio di quest’anno nel nostro appennino. Torbida perchè ancora non si conoscono le ‘singole’ responsabilità e neppure eventuali punti oscuri che potrebbero emergere successivamente: sono quattro, infatti, gli indagati nell’inchiesta svolta dai carabinieri e coordinata dalla procura nella persona del pm Amara.

Il primo, 26 anni, è stato raggiunto nelle scorse settimane da ordinanza di custodia cautelare in carcere e da ieri si trova ai domiciliari. Il secondo, di un anno più vecchio è di origini sudamericane. Poi ci sono anche due minorenni, un italiano ed un rumeno di 16 e 17 anni, amici e compagni di classe per i quali è in corso ovviamente un procedimento a parte presso il tribunale dei minori. L’accusa è quella di violenza aggravata in concorso; aggravata dalla minore età della vittima ma anche di adescamento di minore. Come detto la dinamica dei fatti ancora non è chiara: ieri mattina, davanti al Gup è stato nominato un perito al fine di veriticare la capacità testimoniale della vittima: il 13enne, infatti, ora seguito da uno psicologo è ancora sotto choc per le presunte violenze subite. Parliamo di presunte: le indagini su quanto accaduto nell’abitazione di uno dei due maggiorenni, infatti, sono ancora in corso e come detto i ‘ruoli’ nella terribile vicenda non sono chiari.

Al momento sono stati sottoposti a sequestro i diversi dispositivi informatici in uso al branco; al fine di far luce su quanto accaduto tra quelle quattro mura dell’Appennino. Il 13enne ha trovato il coraggio di raccontare solo poco tempo fa quando, grazie pare al consiglio di un’amica, ha confidato quanto accadeva in quell’abitazione ai genitori che, immediatamente, si sono rivolti ai militari per sporgere denuncia. Sono scattate immediatamente le indagini che hanno portato all’apertura di un fascicolo in procura e all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 26enne.

Il ragazzino – difeso dagli avvocati del foro di Reggio Emilia Alessandro Mazzacani e Katia Cristofori – è stato poi ascoltato in forma protetta. Da quanto trapelato pare appunto che il minore sia stato adescato dai due indagati, poco più grandi in paese. I minori gli avrebbero proposto di ‘giocare’ insieme e di trascorrere del tempo all’interno appunto dell’abitazione dell’amico più grande.

Il 13enne si sarebbe lasciato convincere a seguirli; probabilmente temendo anche di fare la figura del ‘bambino’ se si fosse tirato indietro ma, una volta varcata la porta dell’abitazione sarebbero iniviate le violenze. Atti di puro bullismo ripresi coi telefonini ma anche molestie sessuali che il branco avrebbe effettuato a turno sulla vittima. Nel corso delle indagini sarebbe emerso come lo studente – raccontando ai genitori, appunto, di trascorrere i pomeriggi a casa di amici – sarebbe stato più volte convinto ad entrare nella casa degli ‘orrori’ forse temendo, ad un certo punto, ripercussioni. Come detto uno dei maggiorenni è stato arrestato dopo essere stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere mentre gli altri tre risultano attualmente indagati per le molestie in concorso ma gli inquirenti sono al lavoro anche per stabilire eventuali ‘ruoli’. La prossima udienza è prevista per il prossimo otto settembre.