Abbiamo bisogno di un sostegno concreto

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Carlo

Curatola*

I medici sotto attacco sono un problema culturale. Quando un cittadino ci aggredisce, insulta o minaccia, significa che è stato smarrito il senso della nostra professione e siamo considerati tecnici della salute, non professionisti. A volte vengono scaricate sui medici colpe che non sono nostre, bensì dell’organizzazione del servizio. Così facendo si banalizza la nostra professione, fatta di fatica e impegno, ma soprattutto di solidarietà, come abbiamo visto anche durante la pandemia. Con il Covid-19 il nostro Ordine ha pagato un tributo elevatissimo: mi riferisco al decesso di quattro nostri iscritti. Non sarà facile stimare i danni diretti e indiretti della pandemia sulla salute psico-fisica dei medici, chirurghi e odontoiatri della nostra provincia. Nonostante ciò, abbiamo dato tutto noi stessi, perché noi medici giuriamo di vincolare la nostra professione al bene del cittadino. Se ciò fosse compreso e il medico venisse inquadrato in questo contesto, la nostra professione acquisirebbe maggiore forza. Oltre all’aspetto culturale, segnalo che gli episodi di violenza incidono sulla salute psichica e sui disturbi stress correlati; possono causare patologie più gravi, come la sindrome del burn out, che sta coinvolgendo molti nostri colleghi. Per fortuna la sensibilità nei confronti della violenza sui sanitari è aumentata, come dimostra anche l’ordine del giorno approvato il 28 aprile scorso dal consiglio comunale di Modena. Tuttavia, non basta. Abbiamo bisogno di atti concreti, perché molti di noi durante la pandemia si sono sentiti completamente abbandonati. Prima siamo stati dipinti come eroi, poi ci hanno accusati delle inefficienze della sanità pubblica, senza tener conto della carenza di medici sul territorio, della contrazione delle piante organiche e dei blocchi del turn over. I medici sono abituati ad assumersi responsabilità tutti i giorni: lo faccia anche la politica. Siamo pronti a confrontarci con le istituzioni per creare un percorso di ascolto e condivisione.

*Presidente

Ordine dei medici