"Aiuti alle imprese che danno lavoro"

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"Abbiamo preso atto che il Pd si è spostato troppo a sinistra. Come Azione ci siamo mossi di conseguenza". Il terzo polo, Italia sul serio, non ci sta a fare il vaso di coccio tra i vasi di ferro e proverà a diventare la rivelazione di queste elezioni tra qualche giorno. Oltre naturalmente a Matteo Richetti, capolista in tutti i collegi plurinominali della regione, Azione a Modena tra i candidati annovera Chiara Caselgrandi (nella foto, uninominale al Senato per Modena-Reggio) e Claudio Prandi (quarta posizione nel plurinominale al Senato). Prandi, 60 anni, mirandolese di adozione, è un imprenditore del settore assicurativo. La sua prima esperienza politica in Azione è stata in occasione delle Regionali del 2019 a sostegno di Giulia Pigoni. Attualmente è vicesegretario provinciale di Modena e referente per l’Area Nord. Una scelta in solitaria che potrebbe costare cara, sebbene Prandi sia fiducioso: "Riteniamo che anche in collegi che sembrano blindati si possano ottenere ottimi risultati, specie in quelli plurinominali. Avvertiamo forte l’attenzione rivolta ad Azione da parte di tanti imprenditori ma anche di tante famiglie e tanti giovani che vedono nelle nostre proposte sulla sburocratizzazione, sulla reintroduzione di Industria 4.0 che includa nelle agevolazioni per investimenti anche quelli sulla transizione energetica". Caselgrandi è invece la segretaria provinciale di Modena del Partito di Calenda. Nata a Modena 58 anni fa, sposata, si definisce "cattolica e liberale. Ho sempre vissuto la vita della mia comunità, nel volontariato religioso e laico", consulente di amministrazioni ed enti locali. Nessuna esperienza politica attiva fino al 2019, "quando ho realizzato, con sconforto, che nel panorama politico non c’era più nessuno che mi rappresentasse. L’unica possibilità era un piccolo partito, ancora molto giovane, che speravo crescesse". Adesso è candidata in Azione: "Dispiace aver perso l’occasione di costituire rapidamente un forte polo liberale e progressista, nel quale avrebbe trovato posto anche Italia Viva. Il Pd non ha capito che la difesa degli ultimi, e delle categorie a minor reddito e dei più fragili oggi passa dal sostegno alle imprese, che quel lavoro lo creano, attraverso serie politiche industriali e attraverso la gestione responsabile e sostenibile della transizione ecologica, attraverso una politica di salari giusti e con un minimo garantito".