Alice Neri, anche per il terzo uomo il test del dna

Il giudice ha esteso l’esame al collega della vittima che ai carabinieri avrebbe dichiarato di essere stato in intimità con la giovane donna uccisa

Modena, 31 maggio 2023 – Sarà prelevato anche il dna del cosiddetto terzo uomo, come richiesto dalla procura, nell’ambito dell’incidente probatorio per il delitto di Alice Neri. A deciderlo è stato ieri il giudice per le indagini preliminari Andrea Scarpa che ha esteso quindi gli accertamenti, relativamente al prelievo biologico, non solo al collega della vittima ma anche ad alcuni carabinieri presenti al momento del sopralluogo.

Alice Neri: esame del Dna anche per il terzo uomo
Alice Neri: esame del Dna anche per il terzo uomo

In sostanza quello che si vuole andare ad accertare è la paternità di ‘Ignoto 1’, ovvero il profilo di dna al momento sconosciuto isolato sulla spallina del reggiseno della giovane mamma di Ravarino. La procura, infatti, aveva chiesto di procedere, nell’ambito dell’incidente probatorio in corso, a confronti comparativi tra i profili di Dna rinvenuti sulla parte di reggiseno trovata dai militari in sede di sopralluogo nell’area in cui la vittima è stata uccisa e dove la sua auto, con il corpo all’interno, è stata abbandonata e data alle fiamme.

Nel corso dei citati accertamenti erano state già autorizzate altre comparazioni, ovvero quelle con i profili genetici degli indagati: il marito di Alice, Nicholas Negrini, il collega Marco Cuccui così come quello del proprietario del terreno.

Il risultati delle comparazioni avevano escluso che quel dna potesse appartenere a loro ma anche al principale sospettato, Mohamed Gaaloul. La scelta di estendere l’incidente probatorio ai carabinieri che hanno effettuato il sopralluogo è legata al fatto che uno dei due profili isolati sulla spallina apparteneva, a quanto pare, ad uno dei militari che hanno proceduto al sequestro del reperto.

Per quanto riguarda il terzo uomo, ovvero il collega di Alice con il quale la vittima aveva avuto una relazione, la motivazione è chiara. Infatti l’uomo, che mai è stato iscritto nel registro degli indagati, ha però dichiarato di avere avuto un incontro intimo con la vittima il 16 novembre, quindi il giorno prima del delitto. Quindi, per la prima volta, la procura chiede che gli accertamenti di natura biologica, in questo caso, vengano estesi anche a lui. In prima battuta, lo ricordiamo, gli indumenti (ovvero le tute da lavoro) del terzo uomo erano stati sottoposti a sequestro dai carabinieri: il collega, infatti, aveva restituito all’azienda più tute del solito e le stesse erano risultate sporche d’erba e terriccio. Le stesse, però, sono state poi restituite all’azienda e distrutte.

Ora, per i nuovi e fondamentali accertamenti, è stata concessa agli incaricati una proroga fino al 26 giugno, data in cui saranno depositati i risultati. L’avvocato di Negrini, Antonio Ingroia, aveva affermato nei giorni scorsi di essere intenzionato a chiedere ulteriori accertamenti sulle spalline del reggiseno della vittima, proprio per dare una ‘paternità’ a Ingoto 1. Si attendono intanto anche i risultati del dna isolato sul manico della tanica di olio esausto che – per alcuni – rappresenterebbe la prova schiacciante contro l’attuale sospettato, Mohamed Gaaloul.