Alice Neri e il terzo uomo: "Erba sulla sua tuta"

Guerra tra periti. Il generale Garofano, assunto dal marito della vittima, ha chiesto di ammettere nuovi reperti. E il difensore del principale sospettato insiste: "Verificare le dichiarazioni del collega della donna"

Modena, 1 aprile 2023 – Un pool di super consulenti per cercare di far luce su tutti i punti oscuri che ruotano attorno al delitto di Alice Neri. Sono quelli che ieri hanno ricevuto l’incarico nell’ambito del secondo incidente probatorio che si è svolto in tribunale a Modena. Il Giudice per le indagini preliminari Andrea Scarpa ha ammesso l’incidente probatorio su una quindicina di reperti ed ora i consulenti hanno sessanta giorni per svolgere le delicate verifiche.

Alcentro Nicholas Negrini, marito della vittima, ieri mattina in tribunale con il generale Garofano. A sinistra Mohamed Gaaloul e Alice Neri a destra
Alcentro Nicholas Negrini, marito della vittima, ieri mattina in tribunale con il generale Garofano. A sinistra Mohamed Gaaloul e Alice Neri a destra

In aula era presente il marito della vittima, Nicholas Negrini accompagnato dal proprio consulente di fiducia, il generale ed ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano. Negrini ha nominato come proprio difensore di fiducia Antonio Ingroia, ex procuratore di Palermo. Presenti poi i legali degli altri indagati e i periti, oltre al principale sospettato del delitto, Mohamed Gaaloul. Sono una quindicina i reperti ammessi all’incidente probatorio, tra cui una sigaretta, la spallina di un reggiseno e il ‘famoso’ bidone di plastica contenente olio frusto ma anche resti di uno Smart Watch e un chip. Tra i reperti chiave, i pantaloni che, secondo la difesa, avrebbe indossato l’indagato Gaaloul la sera del 17 novembre allo Smart Café e la mattina del 18 novembre, quando le telecamere lo hanno ripreso nella zona di Concordia.

"Sui pantaloni – afferma il legale dell’indagato, l’avvocato Roberto Ghini – ci sarà un duplice accertamento, in particolare per capire se l’indumento sia lo stesso indossato da Gaaloul la sera del delitto di Alice Neri e, di conseguenza, se vi siano tracce di olio e di materiale combusto, quindi olio o fuliggine. Questo ci potrà fornire un elemento per collocare o meno il mio assistito sul ruolo del rogo. Gaaloul era in aula e si è mostrato collaborativo: ha fornito tranquillamente il pin del proprio cellulare". Ghini ha nominato in qualità di consulenti della difesa diversi esperti, sei in tutto tra cui l’ingegner Paolo Reale per quanto riguarda i dati informatici. Nei prossimi giorni inizieranno quindi i diversi accertamenti, tra il 5 e il 6 aprile. "Su alcuni reperti – ha spiegato Luciano Garofano – andranno effettuate diverse analisi: impronte, dna, accertamenti informatici". Garofano ha chiesto che vengano analizzati anche agli anelli della vittima, già riconsegnati al marito e rinvenuti a bordo dell’auto carbonizzata, un frammento bruciato e due mozziconi rinvenuti dallo stesso genetista sul luogo del delitto.

"Il 6 al Ris avremo una verifica di tutti i reperti – spiega il generale Garofano – l’udienza è stata rinviata al 12 giugno per questi reperti ma sia noi che la difesa dell’imputato abbiamo chiesto una integrazione ed ora il Gip dovrà valutare se accoglierla". L’avvocato della famiglia della vittima, Cosimo Zaccaria ha sottolineato: "Probabilmente la scheda del telefono di Alice potrà dare una risposta a quelli che sono stati gli ultimi momenti della povera ragazza. C’è una posizione di apertura da parte dei familiari, volta alla ricerca della verità. Quello che manca? Una risposta da parte dell’unico indagato che da tre mesi resta in silenzio". Ieri, per tutto il tempo dell’udienza Liza, la moglie di Gaaloul è rimasta all’esterno dell’aula. "Lui sa che sono qua e lo aspetto", ha spiegato.

Intanto nei giorni scorsi è stato nuovamente sentito dai carabinieri quello che per tutti è il ‘terzo uomo’, ovvero il collega della vittima con cui Alice si era incontrata anche la mattina del 17 novembre. L’uomo, il martedì successivo aveva consegnato diversi indumenti presso il magazzino del luogo di lavoro, chiedendone il cambio. Il magazziniere si era insospettito della quantità di materiale di cui era stato richiesto il cambio: da qui la segnalazione agli inquirenti ed il sequestro delle tute di lavoro del collega di Alice, che non risulta indagato. Sulla tuta dell’uomo erano stati rinvenuti residui di terriccio ed erba. La difesa di Gaaloul aveva segnalato incongruenze nelle dichiarazioni rese dall’uomo, chiedendo quindi l’acquisizione degli atti.