Alice, slitta il confronto La difesa di Mohamed: "Chiarire meglio le intercettazioni"

Il tunisino per la prima volta faccia a faccia con il marito della vittima. L’avvocato Ghini: "Mi interessa capire se quello che si sono detti. i testimoni dell’accusa sia frutto di un accordo fra i tre o sia veritiero". .

Alice, slitta il confronto  La difesa di Mohamed:  "Chiarire meglio   le intercettazioni"

Alice, slitta il confronto La difesa di Mohamed: "Chiarire meglio le intercettazioni"

di Valentina Reggiani

Mascherina sul volto, capelli rasati e capo chino. Ieri mattina per la prima volta Mohamed Gaaloul, il tunisino 29enne e principale sospettato per il delitto della 32enne Alice Neri, ha varcato le porte del tribunale. Era stato fissato infatti per ieri mattina l’incidente probatorio chiesto dalla procura per sentire tre testimoni. Si tratta dei tre tunisini, amici dell’indagato che avrebbero dichiarato di aver visto Mohamed, la mattina del 18 novembre – la stessa in cui Alice è stata ammazzata – arrivare nella loro abitazione con gli abiti sporchi d’olio. Olio che sarebbe stato utilizzato per bruciare la Ford Fiesta con a bordo, nel baule, il corpo della vittima, trovato completamente carbonizzato.

Ieri però, su richiesta della difesa di Gaaloul il giudice Andrea Scarpa ha rinviato l’incidente probatorio al prissimo sei marzo. Infatti sono state recentemente ‘integrate’ intercettazioni ambientali che riguardano proprio i tre testimoni, registrate all’interno della caserma dei carabinieri prima che gli stranieri fossero sentiti dai militari. I tre, in sostanza, avrebbero parlato tra loro per circa sei ore in quello stanzino, senza sapere ovviamente di essere ‘ascoltati’. L’avvocato di Gaaloul, Roberto Ghini, ha quindi chiesto tempo per poter sbobinare e trascrivere le intercettazioni ambientali.

"Le tre persone che dovevano essere sentite come testimoni erano rimaste sei ore in una stanza ed erano state intercettate prima di andare a rendere testimonianza – sottolinea Ghini –. A me interessa capire se quella che risulta dai verbali dei carabinieri sia una testimonianza genuina, veritiera o se sia il frutto di un accordo tra i tre, per un motivo o per l’altro. Per me è una richiesta di verità e credo sia opportuno, prima di interrogarli, capire cosa si siano detti". Il legale fa presente come il tema fondamentale ruoti attorno all’individuazione del giorno. "E’ stata fatta correttamente? Visto che si discute sul giorno o sull’ora nel quale il mio assistito sarebbe rientrato a casa, è importante sapere se giorno e ore siano corrette. Ovviamente in quelle intercettazioni riteniamo ci siano difformità importanti, elementi utili alla difesa".

Ma c’è un altro tema importante che torna con prepotenza sotto i riflettori, quello relativo alle auto che sarebbero passate sotto le telecamere in orari compatibili con quelli del delitto. "L’accesso al luogo dove è stato trovato il corpo della vittima – spiega il legale – avviene da sette strade ma solo due sono state esaminate. Da via Mazzalupi vedo entrare in orari compatibili due auto di cui non ho tracce in uscita. Mi chiedo: dove sono andate? Magari in una delle case coloniche. Ma l’altra uscita è via Ducale Secondo, che porta proprio sul luogo del delitto".

Ieri per tutte le parti coinvolte nella vicenda è stata una giornata carica di tensione. Per la prima volta, infatti, si sono ‘incrociati’ nelle aule del tribunale Nicholas, il marito della vittima e Gaaloul. Nicholas Negrini ha spiegato di averlo visto ‘di traverso’ ma di non essersi guardati. "Siamo allo snodo principale di un processo molto delicato – ha spiegato l’avvocato di Nicholas, Luca Lugari – Potrebbe apportare valutazioni non dico definitive ma importanti". Ieri mattina hanno poi raggiunto il palazzo di giustizia la moglie di Mohamed, Liza ed il cognato, Bedoui Nourreddine: "Lo abbiamo visto da lontano quando è passato – ha spiegato Nourraddine – E’ molto provato dal cercare". Non era invece presente Marco Cuccui, terzo iscritto nel registro degli indagati, ovvero il collega con cui Alice aveva trascorso la serata nel noto bar di Concordia.

L’avvocato della famiglia di Alice, Cosimo Zaccaria sottolinea che: "I fatti dovranno essere acclarati e portano sempre di più ad una convergenza rispetto all’attuale indagato. Ci sono anche altre risultanze significative: noi dubbi ad oggi ne abbiamo pochi. Ci sono diverse incertezze ma tre organi di giustizia: due pubblici ministeri, un gip e tre giudici del tribinale del Riesame hanno ribadito i gravi indizi di colpevolezza. La famiglia si aspetta giustizia e la possibilità di poter seppellire la vittima. La mamma sta continuamente chiedendo: ‘Quando potrà essere data pace a mia figlia’".