Aterballetto, tre coreografie d’autore stasera al Comunale

La compagnia Aterballetto presenta stasera al teatro Comunale Pavarotti Freni un trittico di coreografie inedite: "Bliss" di Johan Inger, "Another Story" di Diego Tortelli e "Rhapsody in blue" di Iratxe Ansa e Igor Bacovich. Le performance si ispirano a diverse opere musicali e offrono una visione innovativa e coinvolgente della danza contemporanea.

Aterballetto, tre coreografie d’autore stasera al Comunale

Aterballetto, tre coreografie d’autore stasera al Comunale

Un inedito trittico di coreografie, stasera alle 20.30 al teatro Comunale Pavarotti Freni per il ritorno della compagnia Aterballetto. Tre numeri ideati da quattro autori: "Bliss" di Johan Inger, "Another Story" di Diego Tortelli e "Rhapsody in blue" di Iratxe Ansa e Igor Bacovich. "Bliss" è una sfida compositiva ed emotiva: "Il punto di partenza – spiega Inger – è la musica del ‘Köln Concert’ di Keith Jarrett che ha ispirato milioni di persone grazie al suo perfetto tempismo. Il mio compito, insieme a quello dei danzatori, è quello di raccontare come ci relazioniamo con questa musica iconica". "Another Story" di Diego Tortelli (presentato nel 2021 a Rovereto) si muove invece sulla musica degli Spiritualized, gruppo rock inglese: la coreografia – certamente toccante ed evocativa – si incentra su uno dei gesti che abbiamo più desiderato e temuto nel tempo della pandemia, ovvero l’abbraccio. "Rhapsody in blue" è una nuovissima creazione sulle note dell’omonima composizione di George Gershwin. "È una musica splendida e conosciuta, ma non tanto in voga fra le nuove generazioni", sottolineano i coreografi Iratxe Ansa e Igor Bacovich che si sono prefissi l’obiettivo di dare una visione meno lontana e meno ‘americana’ di Gershwin, andando oltre al contesto culturale in cui la rapsodia è stata creata. "Abbiamo cercato di decontestualizzare Gershwin per potenziare ancora di più l’universalità del suo capolavoro – spiegano –. Abbiamo provato a chiudere gli occhi, a sentire cosa volesse dirci quella musica, e a rappresentarla attraverso il nostro approccio al movimento e al corpo scenico: così potente, così allegra, così frizzante, è percorsa da varianti di forma costanti, e sembra di attraversare una foresta incantata. Ci si muove in un mondo fantastico".

s.m.