Bolidi Silk-Faw, il terreno è di un gruppo modenese

L’area dove sorgerà lo stabilimento è della società agricola ’Gavassa srl’. Tra i soci Luca Borsari, presidente Coldiretti: "Manca il rogito, ma accordo fatto"

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di Daniele Petrone

"Non siamo ancora andati a rogito, ma c’è un impegno tra le parti". Mancano le formalità, ma è tutto fatto. L’ammissione è di Luca Borsari, presidente di Coldiretti Modena e imprenditore agricolo, uno dei soci della società agricola ‘Gavassa srl’, proprietaria del terreno acquisito in provincia di Reggio da Silk-Faw, la joint venture americana-cinese che farà sorgere nei 320mila metri quadrati dell’area lo stabilimento produttivo per realizzare l’hypercar elettrica, auto e suv di lusso sportivi.

Siamo a nord dell’autostrada, a pochi minuti dal casello della A1 affacciato sulla stazione alta velocità Mediopadana. La cifra di cessione è top secret, ma l’accordo c’è già vista la fumata bianca con l’annuncio in pompa magna di due giorni fa in conferenza stampa. La ‘Gavassa srl’ – con sede in via Finzi a Modena, costituita nel ‘96 come società di costruzione di edifici non residenziali – ha un cda presieduto da Luigi Grenzi e dieci soci. Nel ‘98 aveva acquistato il terreno dalla Sagip che aveva una porcilaia. "Abbiamo continuato l’attività dell’azienda suinicola – continua Borsari – poi l’attraversamento della Tav ha impattato e inciso. Così abbiamo deciso di non ripristinare l’allevamento. La tangenziale e l’urbanizzazione hanno cambiato il contesto negli ultimi vent’anni. È l’evoluzione industriale". Borsari infine puntualizza per mettere a tacere alcune critiche piovutegli addosso ("Un presidente di Coldiretti che permette il consumo di suolo vergine..." fino a "un modenese che porta investitori a Reggio"). "Essendo un affare molto importante con le istituzioni coinvolte – replica Borsari – non abbiamo saputo nulla fino all’ultimo su cosa dovesse sorgere qui. Inoltre quest’area già da una quindicina d’anni ha una destinazione industriale".

Perché hanno scelto la reggiana Gavassa? Dai retroscena raccontati da Eugenio Sidoli, advisor di Comune e Unindustria per attrarre gli investitori emerge che "Silk-Faw cercava almeno 100mila metri quadri per un ‘green field’ (ossìa un terreno sul quale poterci costruire da zero in sintesi, ndr). A Gavassa ne hanno trovati il triplo. Inoltre il sito è visibile dalla ferrovia e dall’autostrada. Per un brand per cui l’immagine è tutto, l’occasione era troppo ghiotta. Castelfranco Emilia? In realtà non credo – ha detto Sidoli – che fosse mai stata in lizza. Non aveva metrature così importanti da offrire o tali da poter soddisfare le esigenze della joint venture". Nello stabilimento Silk-Faw dovrebbe sorgere anche un circuito-pista per la messa in prova e il collaudo di hypersuv e supercar direttamente davanti alla location di produzione. Un po’ come la Ferrari con la sua Fiorano.