Bottura piange il suo giovane maître morto nell'incidente in moto

Lo chef e la moglie ricordano Domenico D’addio: "Sensibile e preparato, lavorava con il cuore. Si occupava anche della nostra collezione di auto e moto"

Domenico D’Addio al lavoro a Casa Maria Luigia

Domenico D’Addio al lavoro a Casa Maria Luigia

Modena, 7 agosto 2021 - "Possiamo solo essere grati per il tempo che abbiamo passato con lui e per l’esempio che è stato per quelli intorno a lui. Questa sarà sempre la sua casa lontano da casa". Sono ore terribili a Casa Maria Luigia, la guest house di Massimo Bottura e Lara Gilmore nella campagna modenese. Si stenta ancora a realizzare quanto accaduto a Domenico D’addio, il promettente maître 25enne, diplomatosi all’alberghiero di Serramazzoni: una giovane vita stroncata nell’incidente di giovedì pomeriggio in via Emilia Est. Il ragazzo era a bordo della sua moto quando si è scontrato con un’auto. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, ci sarebbero testimoni che potranno aiutare la magistratura a far luce su quanto accaduto.

Massimo Bottura e Lara Gilmore
Massimo Bottura e Lara Gilmore

Domenico infatti non si occupava solo dei clienti a cena, ma era anche il responsabile della collezione di auto e moto Lamborghini, Ducati, Maserati, Ferrari, esposte per i clienti in un’area che lo staff chiama ‘Polisportiva’, dove trovano posto anche alcune opere d’arte e attrezzi wellness. Durante i suoi giorni liberi, dismetteva la giacca da maître e indossava il capello da responsabile delle auto, era spesso nella ‘Polisportiva’ a controllare le batterie, spolverare le vetture o accendere le moto per verificare che fosse tutto a posto. Lunedì lo ha fatto per l’ultima volta.  

Lara racconta con commozione l’entusiasmo di questa vita spezzata in pochi secondi: "Aveva cominciato da noi nel maggio 2019, quando abbiamo aperto, lo avevamo conosciuto a febbraio, era appena tornato da Londra e in precedenza aveva lavorato nelle crociere, esperienze che gli avevano permesso di acquisire e perfezionare la conoscenza delle lingue e il mestiere di maître. Ma per noi il vero valore aggiunto, molto importante nell’hospitality, era la sua sensibilità particolare, sia quando si relazionava ai clienti, ma anche nei rapporti con il resto del team: cercava di mettere a proprio agio tutti, un’umanità che gli consentiva di entrare in sintonia con chi per esempio stava vivendo un momento di disagio. Aveva una grande capacità di risolvere i problemi e intervenire con efficacia quando c’erano emergenze da fronteggiare. Un esempio per tutti di come si lavora con il cuore".  

La duplice, folle, passione per cucina e motori - ‘slow food e fast cars’ è lo slogan adoperato da Bottura per raccontare agli ospiti la modenesità, l’essenza della motor valley - lo ha reso il candidato ideale per Casa Maria Luigia. "Aveva un rapporto molto stretto con mio figlio Charlie che ha 21 anni – continua Lara - capitava che la mattina prendessero il caffè insieme, li accomunava anche la passione per i tortellini. Eravamo per lui una famiglia allargata, lui qui si trovava davvero come a casa sua". Gilmore aveva conosciuto di recente anche la sua famiglia: "Genitori straordinari, molto credenti, eravamo ghiotti delle ciambelle che faceva durante il lockdown e che Domenico ci portava puntualmente sotto casa". Due giorni prima del tragico schianto ha avuto il privilegio di prestare servizio alla Francescana, non lo aveva mai fatto: "Martedì era stato chiamato da Massimo per dare una mano, c’era un gruppo di americani. E’ arrivato in moto già vestito, con gli abiti da sala. ‘E’ stata un’emozione unica e un grande onore’, ha detto con gli occhi che gli brillavano. Non lo dimenticheremo mai".