Camion incendiati, in due a processo

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DUE patteggiamenti e due rinvii a giudizio sono stati decisi ieri mattina in tribunale a Modena in merito all’inchiesta che a fine 2018 portò agli arresti domiciliari due persone - con altre ‘solo’ indagate - per incendi dolosi maturati nell’ambiente dei trasporti di calcestruzzo in un clima di concorrenza sleale. Proprio ieri uno dei mandanti di questi roghi (l’altro ha già patteggiato 3 anni e mezzo), un imprenditore calabrese di 62 anni, ha patteggiato 2 anni (pena sospesa). Applicata una pena di 1 anno e sei mesi anche per un tunisino di 20 anni già detenuto per altri motivi, che avrebbe fatto da palo quando la banda appiccò i roghi. A processo sono poi finiti un 25enne nato a Sassuolo, l’altro dei pali, e un romeno considerato l’esecutore materiale di almeno un incendio (gli altri due esecutori hanno già patteggiato pene di 2 anni e 2 anni e mezzo).

La banda è accusata di avere bruciato a San Cesario le betoniere di tre aziende e l’autopompa di un’altra ditta di Anzola Emilia. Il settore è quello della movimentazione di calcestruzzo, una filiera nella quale c’è una concorrenza spietata. Le aziende vittime dei roghi, che operano con contratti di prestazione di servizio per conto di Calcestruzzi Spa (controllata di Italcementi ed estranea ai fatti) avevano infatti denunciato alla multinazionale il comportamento sleale di una ditta che aveva preso in mano la gestione del trasporto del cemento privilegiando solo alcuni imprenditori, ditta che è stata poi ‘licenziata’ in tronco. Da

qui - secondo gli investigatori - la

ritorsione. Il primo incendio doloso risale alla notte tra il 14 e 15 aprile 2018 nell’impianto di estrazione della Calcestruzzi Spa, in via Modenese a San Cesario: vennero distrutti quattro camion adibiti al trasporto e al pompaggio del calcestruzzo, di proprietà di tre ditte. Ancora, nella notte tra il 20 e 21 maggio, ad Anzola, era stata incendiata la cabina di un camion parcheggiato davanti alla casa di un imprenditore che alcuni giorni prima, tra l’altro, aveva trovato proprio sotto l’autopompa una tanica di gasolio: era solo un avvertimento. Le indagini - coordinate dal pm Giuseppe Amara - hanno collegato gli incendi e fatto emergere la competizione tra le imprese. Due calabresi sarebbero i mandanti di entrambi gli incendi, filmati dalle telecamere. I danni causati superavano il milione di euro.

val. b.