"Cantiere colpo di grazia Sfiducia e clienti in calo"

Finale Emilia, commercianti arrabbiati per i lavori partiti in Piazza Garibaldi: "Sisma, pandemia e ora un’altra mazzata. Senza parcheggi non lavoriamo"

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"Siamo arrabbiatissimi, così non si va avanti". E’ unanime il coro dei commercianti e degli esercenti di Piazza Garibaldi, che si sono duramente scagliati contro il piano di riqualificazione del centro storico. Un progetto promosso dal Comune, che, con fondi regionali, ha dato il via al cantiere, esteso a tutta l’area della piazza.

Poco, quindi, lo spazio per i pedoni e, ancor meno, per le automobili, con flussi di clientela, a detta dei commercianti, che si sono significativamente ridotti. "Sono venuti a mancare i parcheggi della piazza e non li recupereremo", dichiara la titolare di un negozio fra Piazza Verdi e Piazza Garibaldi. "Questo per noi è un danno enorme, tanti clienti ci hanno detto che a Finale Emilia non metteranno più piede, data la difficoltà di posteggiare la vettura. Come dare loro torto?". Un’amarezza dovuta anche alla mancata condivisione del progetto, i cui tempi di realizzazione sono stimati intorno ai 450 giorni.

"Auspicavamo che prima individuassero i parcheggi – prosegue la commerciante – poi si mettessero all’opera. Invece, ci troviamo le vie d’accesso chiuse, a tempo indeterminato. Era meglio che i fondi regionali non fossero mai arrivati! Dopo il terremoto e la pandemia, era proprio necessaria questa ulteriore mazzata?".

Scoramento e delusione condivisi anche da Barbara Accorsi, titolare della boutique ’Sottosopra’, che in Piazza Garibaldi lavora dal 2005. "Abbiamo affrontato moltissime difficoltà – racconta la negoziante – ma non so se arriveremo in fondo a questa chiusura della piazza. Si tratta di un’opera lunga e ingente, che non tiene conto di quella che è la nostra realtà locale.

Siamo un paese di campagna, non una località turistica".

Nel mirino di Barbara Accorsi, soprattutto la creazione delle aree pedonali, che impedirebbero l’accesso al centro tramite l’automobile: "In una grande città si va a piedi e si raggiunge ogni genere di attività, ma qui in paese la macchina è fondamentale. Se il negozio non è fruibile in maniera comoda, guidando, non ci sono possibilità di competere con i grandi centri commerciali o con gli store online, che consegnano la merce addirittura a casa". Amaro è poi il pronostico sul futuro. "Sono demotivata al cento per cento – conclude l’esercente – non ho molta fiducia in una risoluzione positiva di questa faccenda".

Marcello Benassi