"I quasi cinque ettari dell’area della Cappuccina sarebbero potuti diventare il primo bosco urbano di Carpi. Un polmone verde di un migliaio di alberi in grado di filtrare e ripulire l’aria dalle polveri sottili, di mitigare gli eccessi termici dell’isola di calore urbana, di divenire per i carpigiani il primo ‘urban forest’ in cui andare a risintonizzarsi con la natura e con se stessi. E invece? L’amministrazione ha deciso di farci un ‘parco agrario’ e ancora non sono riuscito a farmi dare le vere spiegazioni". Aldo Meschiari, carpigiano docente di lettere alle superiori e da trenta anni studioso di tematiche ambientali e climatiche, terrà questa sera, alle 20.30, in Auditorium Loria la conferenza dal titolo ‘Una Foresta a Carpi. La crisi ambientale non è un destino’, promossa dal comitato elettorale di ‘Monica Medici sindaco’, dove affronterò appunto il tema del parco della Cappuccina e in generale la situazione su Carpi. "Come ho ribadito fin dalla prima presentazione del progetto sulla Cappuccina – afferma Aldo Meschiari – è da folli avere realizzato a Carpi un parco che andrebbe bene in territori come la Scozia e non certo in pianura padana dove non piove e siamo invasi dall’inquinamento. Continua a ribadirlo: il parco della Cappuccina così come è stato fatto, costituisce una occasione sprecata. Avrebbe potuto realizzare un bosco urbano qui da noi, come accade della vicina Correggio, piantumando alberi secondo le linee guida dei climatologi, con tutti i benefici che ne sarebbero derivati in termini di ossigenazione, climatizzazione e filtro per gli inquinanti. Tuttavia, reputo che si sia ancora in tempo per ‘cambiare’ le cose ed è quello che auspico possa accadere".
Dal 2021 Meschiari ha portato avanti una ‘battaglia’ sul parco della Cappuccina, e aveva anche lanciato su Change.org una petizione rivolta ai cittadini di Carpi per far mutare idea all’Amministrazione comunale e realizzare "un bosco urbano al posto di un parco agrario", arrivando a raccogliere 5000 firme "che non sono state minimante prese in considerazione".
Questa sera, "partendo da basi scientifiche e oggettive – prosegue – analizzerò il problema ambientale e climatico di Carpi, che si compone di tre difficoltà: l’inquinamento in inverno con le polveri sottili, il cambiamento climatico, che rende la nostra zona vulnerabile a fronte di eventi estremi come ad esempio il tornado che nel settembre 2022 ha distrutto l’aeroclub di Fossoli, e la cementificazione. Sotto quest’ultimo aspetto, Carpi è cresciuta in modo esponenziale in base al vecchio piano regolatore raddoppiando la parte cementificata da 1400 a 2800 ettari nel ventennio sotto i mandati di Campedelli e Bellelli. Il che incide sulle altre problematiche".
Maria Silvia Cabri