
Crocevia tra Modena e Bologna, da alcuni anni a questa parte la città di Castelfranco vive un aumento significativo di residenti tanto che le case a disposizione non bastano per tutti. Una situazione insolita (e diversa da tante altre zone della provincia dove invece l’offerta supera la domanda) tanto da spingere il sindaco Gargano ad istituire una tassa sui fabbricati invenduti in capo ai costruttori. Dal 2004 al 2018 la popolazione è aumentata del 20% arrivando a superare i 33mila residenti. "E’ vero che da diversi mesi a Castelfranco c’è una richiesta immobiliare di gran lunga superiore all’offerta" spiega Andrea Calidori titolare dell’omonima società immobiliare con sede in centro storico. "Il mercato è ripartito, faccio quasi fatica a soddisfare i miei clienti perché su certi immobili c’è una corsa all’acquisto: la scorsa settimana ho ricevuto in vendita un appartamento martedì e l’ho venduto il venerdì, giusto per fare un esempio". Tempistiche che solo fino a due anni fa erano impensabili, quando gli appartamenti rimanevano invenduti per mesi. La posizione strategica di Castelfranco e i servizi hanno convinto molte persone provenienti da Modena e Bologna a convergere nella città del tortellino. Le zone più richieste sono la ‘mezzaluna’, tra le vie Bramante, Austria e Germania e la zona di Cà Ranuzza vicino al parco. Anche se, sottolinea Calidori, a Castelfranco non è appropriato fare una distinzione netta tra zone di pregio e non di pregio. "La differenza, seppur minima, non la fa la zona ma il costruttore, alcuni costruttori sono più ricercati di altri". Resta comunque meno appetibile la zona nord, oltre la ferrovia verso San Giovanni in Persiceto. Per quanto riguarda i prezzi, facendo una stima approssimativa "i fabbricati nuovi si aggirano intorno a 1850-2000 euro al metro quadrato mentre l’usato degli anni Settanta va da 1000 a 1350 al metro quadrato" spiega l’immobiliarista. Poi c’è la categoria che gli addetti ai lavori chiamano ‘nuovi-vecchi’, cioè gli appartamenti edificati tre o quattro anni fa e mai abitati, che non corrispondono alle più elevate caratteristiche energetiche: appartamenti invenduti verso cui si indirizza la tassa istituita dal sindaco, una Tasi pari al 2,5 per mille inserita nel bilancio di previsione 2020. "In generale non sono d’accordo sulle politiche di tassazione degli immobili, né verso i privati né verso le imprese di costruzione" sottolinea Calidori. Dalla nuova tassa il sindaco stima di incassare 60mila euro che compenseranno l’annullamento del canone sui passi carrai che interessa 2.200 cittadini e avrebbe portato nelle casse proprio 60mila euro.
Silvia Saracino