Ceramica, missione negli Usa: "Ma mercato europeo fermo"

Savorani ad Atlanta per il Coverings: qui le cose vanno meglio, Francia e Germania bloccate

Giovanni Savorani

Giovanni Savorani

dall’inviata

ATLANTA (Stati Uniti) – Era dicembre e stava per finire un anno, il 2023, che per il settore ceramico non ha brillato di certo: forte contrazione dei volumi di produzione, delle vendite (-19,3%) e dell’export (-22%). La domanda ha registrato una preoccupante frenata soprattutto in Europa, il primo mercato per il distretto ceramico sassolese. Ma il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, aveva lasciato acceso un lumicino di speranza: "Magari nel 2024 andrà meglio..." Ma oggi le cose non sembrano andare meglio. Anche se l’altissima partecipazione al Coverings, la fiera della ceramica che si tiene negli Stati Uniti e che quest’anno è ospitata dal Centro congressi mondiale di Atlanta fino domani, restituisce ottimismo e speranza per il futuro. Sono infatti oltre cento i marchi presenti negli Usa per presentare a un pubblico altamente qualificato le loro ultime collezioni all’interno del padiglione italiano allestito e organizzato proprio da Confindustria Ceramica.

Presidente Savorani, resta ottimista nonostante i numeri?

"Purtroppo, in un contesto del genere, è difficile essere ottimisti. Le cose non vanno molto diversamente rispetto agli ultimi mesi del 2023 e questo a causa soprattutto della crisi edilizia".

Nonostante i bonus e i superbonus?

"Il mercato italiano, grazie anche a queste misure, in qualche modo ha tenuto ma per noi rappresenta una piccola fetta delle vendite. Il 67% dei nostri prodotti è destinato all’Europa, in particolare a Germania e Francia, due Paesi che in questo momento sono fermi, immobili. Non c’è una gru neanche a cercarla con il cannocchiale. E nessuno spende un euro se non è necessario".

È preoccupato?

"Abbastanza".

A suo avviso come mai la Germania è paralizzata?

"Secondo me hanno paura della situazione internazionale e si sa, quando c’è tensione si tende a non spendere nulla..."

Parliamo degli Usa, dove è in corso la fiera della ceramica. Qui come vanno le cose?

"Sicuramente meglio adesso: stanno costruendo molto anche perché le famiglie hanno più soldi in tasca e la disoccupazione è in picchiata. C’è il problema che la metà degli americani compra ancora la moquette per le proprie case: costa meno ed è più semplice da mettere. Ma li convinceremo a cambiare…"

Parliamo dell’Italia: c’è ‘fame’ di case, anche a Modena. Ma quelle che ci sono hanno prezzi altissimi e così le giovani coppie o le famiglie non trovano alloggi. Che fare?

"Dobbiamo cambiare l’ottica delle ristrutturazioni edilizie. Ora che il superbonus è finito, pensiamo a un piano casa serio e dilazionato negli anni. Mettiamoci tutti insieme e facciamo proposte. Anziché chiedere sempre qualcosa in ordine sparso uniamoci e proponiamo noi un progetto al governo".

Cosa vorrebbe proporre?

"Oggi bisogna demolire anziché rattoppare. Per gli edifici ci sono tre priorità: energia, sisma e barriere architettoniche. Se non ricostruiamo daccapo non raggiungeremo mai gli obbiettivi green e di sicurezza che vengono chiesti".

E poi?

"Abbiamo bisogno anche di risparmiare nei trasporti, sia per l’ambiente che per i costi. Le abitazioni devono essere il più possibile vicino ai centri delle città e si devono sviluppare in altezza per limitare il consumo di suolo".

Come mai le case costano tanto?

"Perché i materiali hanno avuto dei rincari spaventosi a causa della crisi energetica e dei conflitti. Chiaro che bisogna puntare sull’edilizia popolare per dare risposte ai cittadini".

Cosa pensa della direttiva dell’Europa sulle case green?

"Speriamo che non la attuino..."

Perché?

"Perché in teoria potrebbe essere una buona cosa ma in un momento difficile come questo dove in ogni angolo del mondo c’è una guerra o una crisi non possiamo complicare la vita alle persone e agli imprenditori. Faccio una domanda: siamo proprio sicuri di voler mettere a repentaglio l’industria europea per principi importanti ma non certo vitali? Forse non è questo il momento".