Choc nel cantiere infinito: «Mi ha stuprata»

Migration

Ha cercato un giaciglio per la notte: un posto in cui potersi riparare dal freddo e che forse reputava sicuro. Sicuramente sapeva che in quell’angolo della città avrebbe trovato riparo, essendo i due container situati all’esterno del cantiere meta quotidiana per senzatetto e tossicodipendenti. Una volta dentro a quello spazio angusto e maleodorante, però, si è trovata faccia a faccia con quello che di lì a poco sarebbe diventato il suo aguzzino. E’ stata stuprata all’interno del box in uso al cantiere della palazzina cohousing situata a pochi passi dalla questura, in via Divisione Acqui una ragazza marocchina di 26 anni.

L’aggressore sarebbe un 19enne connazionale ora ricercato dalle forze dell’ordine. Una violenza avvolta nel silenzio, purtroppo, perchè al di là dei tossicodipendenti e degli sbandati che la sera si introducono abusivamente nel cantiere, lo stabile in costruzione è, come noto, abbandonato da tempo in attesa che riprendano i lavori. Da anni i residenti della zona segnalano intrusioni notturne e la pericolosità di un luogo che, la sera, diventa terra di nessuno. E’ stata proprio la 26enne, il 15 mattina, a rivolgersi alla polizia dopo essere riuscita a sfuggire al malvivente. La giovane si è presentata ferita e sotto choc in questura denunciando di aver subito appunto uno stupro e indicando quale responsabile il connazionale 19enne.

La vittima avrebbe fornito una descrizione accurata del giovane aguzzino tanto che lo stesso sarebbe stato già identificato dagli uomini della mobile che ora indagano per rintracciarlo. La 26enne è stata poi sottoposta a tutti gli accertamenti del caso anche sanitari e gli esiti avrebbero confermato l’abuso. L’episodio risale alla notte di lunedì scorso. La ragazza entra nel cantiere, dopo aver scavalcato la recinzione - quella che separa l’area al momento abbandonata da quella di sgambamento cani -, in cerca di un posto dove trascorrere la notte. Parliamo di una delle tante persone che compongono un popolo sommerso di cui poco si parla: giovani e non senza fissa dimora che la notte cercano riparo in stazione o in altri luoghi, spesso cantieri o capannoni abbandonati. Non è chiaro se la ragazza avesse già utilizzato quei container vuoti e sporchi per trascorrervi la notte, riparandosi dal freddo. Quel che è certo è che non poteva immaginare di trovarsi davanti ad un violentatore. Una volta arrivata nei pressi delle ‘casette’, infatti, l’altro occupante, un magrebino 19enne, estraendo un cutter l’avrebbe trascinata all’interno. Sotto la minaccia dell’arma l’avrebbe quindi stuprata. Magari la vittima ha cercato di gridare, di chiedere aiuto ma al di là di sbandati e tossicodipendenti nessuno avrebbe potuto sentire le sue disperate richieste di aiuto. L’area affaccia sulla strada ma attorno ai container, oltre ad un bagno chimico e ad un’area utilizzata dagli sbandati come toilette a cielo aperto, vi è solo cemento. Ferita e sotto choc, una volta rimasta sola la 26enne si sarebbe quindi trascinata in questura, situata a poche centinaia di metri di distanza dal luogo dimenticato da tutti. Agli agenti avrebbe quindi raccontato quanto accaduto, fornendo una descrizione dettagliata del malvivente e dei vestiti indossati dal ragazzo quella notte. Uno straniero di soli 19 anni - in base alle indagini subito svolte dalla squadra mobile - che, come la giovane, vivrebbe da tempo ‘al limite’: nessuna casa dove tornare la sera, nessun lavoro e forse qualche decina di precedenti alle spalle. Quel che si sa è che ieri il giovane risultava latitante e sono ora in corso serrate indagini per riuscire a rintracciarlo.

Visto l’accaduto non è escluso che il 19enne sia fuggito il più lontano possibile, sapendo di essere ricercato e braccato dagli agenti. Il caso, infatti, rientra nel codice rosso da poco entrato in vigore e che prevede pene più severe per chi commette violenza di genere: dai reati a sfondo sessuale allo stalking. La giovane, dopo essere stata ascoltata dalla squadra di poliziotti specializzata in reati contro la persona, è stata trasportata in ospedale e medicata. Sicuramente le sarà ora affiancato un esperto al fine di essere supportata psicologicamente nell’affrontare un incubo di violenza durato una notte.

Valentina Reggiani