Stangata vacanze, ma non solo. Dopo la botta di giugno, arriva quella di luglio: un’estate rovente sul fronte dei prezzi.
Lo sostiene l’Unione Nazionale Consumatori che ha elaborato
i dati Istat dell’inflazione di luglio resi noti ieri per stilare le top ten dei rincari dei beni e servizi, sia mensile che su base annua e la classifica delle città con i maggiori rialzi per quanto riguarda i servizi di ristorazione.
Per la top 30 annua, al primo posto sempre lo zucchero
con un incremento del 47,3% su luglio 2022. Al 2° posto l’Olio di oliva con +30,6%. Medaglia di bronzo per il Gas del mercato libero con un astronomico 28,3%, a fronte invece di un crollo del prezzo del gas del mercato tutelato del 34,6%, oltre che di una riduzione del prezzo del gas nei mercati all’ingrosso. "Un divario tra mercato tutelato e libero di ben 62,9 punti percentuali. Un abisso che desta allarme – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. Bisogna che il Governo intervenga subito per rinviare la fine del mercato tutelato prevista per legge per il 10 gennaio 2024, sia per la luce che per il gas. Altrimenti ci sarà il definitivo colpo di grazia per le famiglie già in difficoltà".
Per i Servizi di ristorazione, ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria, a fronte di un’inflazione annua pari, per l’Italia, al 6%, a Viterbo i ristoranti rincarano del 14,5% su luglio 2022. Modena si trova al 24esimo posto insieme a Padova, con +6,24%.
Al secondo posto, invece, c’è Brindisi (+12,1%), al terzo Benevento (+11,2%). Seguono Belluno, Cosenza, Messina e Olbia-Tempio (tutte a +8,5%), Trieste (+8,1%) e Massa-Carrara (+8%). Chiude la top ten Siena con +7,9%. I ristoratori più virtuosi sono a Trapani e Caserta (ambedue a +2,1%), seguiti da quelli di Terni (+2,7%) e Cremona (+2,9%).
A livello regionale, invece, è la Puglia ad avere i ristoranti più rincarati con +7,5% su luglio 2022, battuta solo dalla Provincia autonoma di Bolzano con +7,6%. Medaglia d’argento per il Trentino con +7%, al 3° posto il Friuli con +6,7%.