Bus gira col portellone aperto, ciclista di Sassuolo tramortito

L'incidente a Roteglia, nel Reggiano. La lamiera ha tranciato il casco. L’amico: "Come una ghigliottina, vivi per miracolo. Chi ha visto qualcosa avvisi le forze dell'ordine"

Soccorsi in una foto d'archivio

Soccorsi in una foto d'archivio

Sassuolo (Modena), 24 febbraio 2019 - «Quando ho visto il casco del mio amico letteralmente scoppiare ho pensato che fosse stato decapitato. Un’esperienza che non dimenticherò mai». Si ritengono «vivi per miracolo» Roberto Gambarelli e Maurizio Ghirardini, ciclisti sassolesi di 55 e 61 anni, protagonisti di un singolare incidente mercoledì scorso con un autobus che viaggiava con il portellone laterale dei bagagli aperto, praticamente una ghigliottina a spasso per le campagne reggiane. L’episodio è accaduto a Roteglia, all’altezza della rotonda del ‘muraglione’ direzione Cerredolo. «Erano le 10 meno cinque. L’orario è importante – fa notare Gambarelli – perché bisogna capire chi conduceva quell’autobus. Ero in confusione in quei secondi, mi sembra che fosse una corriera passeggeri, di quelle grosse di colore grigio e azzurro, ma non ne sono sicuro».

Gambarelli e Ghirardini rivolgono un appello a chiunque avesse visto o sappia fornire informazioni su questo bus, così da capire «se è stato un errore dell’autista oppure un difetto del mezzo. In ogni caso è giusto che qualcuno ne risponda perché ci è quasi scappato il morto».

I due ciclisti erano in fila indiana «anche al di là della linea bianca che delimita la carreggiata». A un certo punto, racconta Gambarelli, «ho sentito arrivare un grosso veicolo, viaggiava con il portellone laterale del portabagagli aperto, praticamente un lama gigante liberamente circolante sulla strada. Quasi istintivamente, forse perché ho visto un’ombra, ho abbassato il capo».

È andata peggio invece «al mio amico due-tre metri davanti a me: ho urlato a squarciagola, ma l’autobus lo ha colpito con estrema violenza. Lui è stato sbalzato dalla bici finendo a terra, è come se gli avessero sparato: la prima impressione che ho avuto è che fosse morto decapitato. Il casco è stato tagliato in due, letteralmente scoppiato. Ero terrorizzato. Poi per fortuna mi sono accorto che era solo mezzo tramortito. La lama non gli ha tagliato la testa per una questione di millimetri».

Gambarelli ha chiamato il 118 e il 113. Il ferito è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Baggiovara dove gli hanno diagnosticato la rottura della clavicola, dita della mano rotte, e altre fratture. «Se fossimo stati un gruppo di ciclisti o delle persone a piedi poteva fare una strage. E per fortuna nel momento dell’impatto l’autista si è mantenuto più al centro della carreggiata, perché non veniva nessuno dall’altra parte, ma se si fosse mantenuto nella sua corsia l’impatto sarebbe stato ancora più devastante». Le forze dell’ordine stanno valutando anche l’eventuale presenza di telecamere. Nei paraggi c’è un rivenditore di auto, ma gli impianti non hanno ripreso nulla. Da qui l’appello dei due ciclisti: «Chi ha visto o sa qualcosa avverta le forze dell’ordine, noi abbiamo fatto denuncia ai carabinieri. È giusto che chi deve si assuma la responsabilità di quello che è successo».