Confagricoltura, il cambio. Schiavi è il nuovo presidente: "Uniti per vincere le sfide"

Lo ha stabilito con voto unanime l’assemblea dei soci dell’organizzazione agricola provinciale "Mi impegnerò a mettere in campo le sinergie necessarie per sostenere le nostre imprese".

Confagricoltura, il presidente Schiavi

Confagricoltura, il presidente Schiavi

di Giorgia De Cupertinis

Nuovi obiettivi, nuove sfide e nuovi capitoli da scrivere.

Sarà Francesco Schiavi a guidare Confagricoltura Modena nel prossimo triennio, succedendo così a Gianfranco Corradi. Lo ha stabilito con voto unanime l’assemblea dei soci dell’organizzazione agricola provinciale: "Mi impegnerò per mettere in campo le sinergie necessarie a garantire il sostegno alle imprese in un momento cruciale per il futuro della nostra agricoltura – ha dichiarato il nuovo presidente – spirito di unità e concretezza saranno le mie priorità".

Presidente Schiavi, con con quale spirito affronterà il suo nuovo incarico?

"Un nuovo presidente non fa nulla senza l’aiuto e l’appoggio della sua squadra. A breve, al mio fianco, ci sarà infatti anche un nuovo direttore: l’aspetto principale per raggiungere insieme dei traguardi è proprio quella di essere un gruppo compatto. Questo è un aspetto che considero di grande importanza, perché gli agricoltori modenesi devono poter sempre contare su di noi. Devono avere un punto di riferimento. Anche per questo abbiamo in mente un nuovo disegno, una nuova riorganizzazione, da portare avanti insieme, per fare sempre meglio".

Quali saranno le prossime sfide da affrontare?

"Le sfide, per gli agricoltori, sono più di una. Pensiamo soltanto all’invasione di cinghiali o di nutrie che rappresentano un vero e proprio problema e rischio per le coltivazioni. Ci sono delle norme ambientaliste che ostacolano gli agricoltori e su cui bisogna ragionare profondamente. Anche per questo motivo, infatti, è necessario che il loro lavoro venga costantemente tutelato: per farlo serve un cambio di passo, un’inversione di rotta importante. Ci sono follie ecologiste da fermare perché altrimenti a pagarne le conseguenze sono proprio gli agricoltori".

Negli ultimi giorni, nubifragi e grandinate hanno colpito il territorio, con conseguenti danni anche alle produzioni.

"Sì. Questo è uno degli aspetti principali: parlo della piaga delle assicurazioni, con tariffe troppo alte. In molti tendono così a non assicurarsi e questo può comportare grossissimi problemi, come abbiamo potuto vedere. Bisogna lavorare a una profonda riforma del sistema assicurativo per fronteggiare l’impatto sempre più devastante del cambiamento climatico sulle colture. Non è un periodo semplice: tra i produttori si respira aria di preoccupazione, perché tutti i settori sono in difficoltà, soprattutto quello dell’ortofrutta. Con le gelate del 2023, ad esempio, la produzione delle pere si è abbassata del novanta per cento.

Ma anche le ciliegie stanno soffrendo dopo giorni di piogge e grandinate. Sorte infelice anche per i pomodori".

Quali sono le prospettive?

"Come dicevo prima, oggi le sfide per gli agricoltori sono ben più di una. Tutti ci ricordiamo della protesta dei trattori: ecco, io credo che se le cose non invertano la rotta, si tornerà a far sentire la propria voce molto presto. Bisogna rimanere uniti".