GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Consumo del suolo, sos . Provincia ’mangia’ terreni. Ma in città il cemento frena

Nell’analisi dell’Ispra il territorio è ai primi posti in regione per aree occupate. Differenze tra capoluogo e dintorni. Spicca Fiorano: "Unire sviluppo e tutela"

Nell’analisi dell’Ispra il territorio è ai primi posti in regione per aree occupate. Differenze tra capoluogo e dintorni. Spicca Fiorano: "Unire sviluppo e tutela" .

Nell’analisi dell’Ispra il territorio è ai primi posti in regione per aree occupate. Differenze tra capoluogo e dintorni. Spicca Fiorano: "Unire sviluppo e tutela" .

Industrie, magazzini, residenze, supermercati, strade. In provincia di Modena tra il 2022 e il 2023 il consumo di suolo è cresciuto di 52 ettari, l’equivalente di 73 campi di calcio. Di questi, 25 hanno riguardato Modena città. Se, tuttavia, misuriamo l’impiego di aree agricole da 20 anni a questa parte si nota che la progressione di terreno occupato in percentuale riguarda più il territorio esterno che il capoluogo, dove al contrario la cementificazione mostra un rallentamento. Fino a un vera e propria inversione del trend negli ultimi tre anni.

Sono alcuni dei dati emersi dal Rapporto Consumo di suolo 2024 di Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Uno studio importante anche alla luce della relazione tra la crescita urbanistica e gli effetti dei fenomeni climatici di questi ultimi anni.

Dall’indagine emerge che nel complesso Modena e provincia è tra i territori con il più alto consumo di suolo in Emilia Romagna: l’11 per cento rispetto al totale, pari a circa 30mila ettari, un’area grande quasi quanto l’intero Parco d Circeo. Il primato in regione in percentuale lo ha Rimini con il 12,6%, seguono Reggio (e Modena appunto) a 11, Ravenna 10,3%, Bologna 8,9%, con una crescita di 189 ettari di suolo ’perso’ in tutta la provincia. Tra i singoli Comuni, spicca il terzo posto di Fiorano (dopo Cattolica e Riccione) dove la percentuale di terreno impermeabilizzato schizza al 36,5%.

Se andiamo a guardare però gli ultimi anni, tra il 2022 e il 2023 la cementificazione in Emilia Romagna ha riguardato in misura maggiore Ravenna, che incrementa la sua superficie di altri 89 ettari: "Le trasformazioni hanno interessato la zona portuale, attraverso l’apertura di zone di cantiere per oltre 20 ettari, e la costruzione di un nuovo quartiere". Mentre le occupazioni a Reggio sono legate principalmente alla realizzazione della SS9 e ai lavori di riqualificazione del parco della Reggia Ducale di Rivalta.

Va puntualizzato peraltro che a Modena si registra un andamento divergente. Allargando il campo agli ultimi 20 anni, in provincia la progressione della cementificazione è stata fluttuante, ma mai mai in calo: 494,17 ettari tra il 2006 e il 2012, 284 ettari tra il 2012 e il 2015, 116 tra il 2015 e il 2016, 142 nel biennio 2020-21, 52 tra il 2022 e il 2023. Mentre in città l’utilizzo di terreno è stato di 88,15 ettari tra il 2006 e il 2012, 15 ettari tra il 2102 e il 2015, 33 tra il 2018 e il 2019, 27 tra il 2020 e il 2021. Per poi – ecco l’inversione di tendenza di cui si parlava all’inizio – diminuire a meno 24 ettari tra il 2021 e il 2022 e di un ulteriore ettaro il biennio successivo. Un rallentamento progressivo, cristallizzato nel Pug firmato dagli amministratori Gian Carlo Muzzarelli-Anna Maria Vandelli e che verosimilmente sarà consolidato se non ulteriormente contenuto nell’era Massimo Mezzetti-Carla Ferrari.

Si diceva invece della percentuale molto alta di Fiorano (36,5%). Un dato, com’è intuibile, che si porta dietro eredità del passato più che fotografare un orientamento urbanistico recente. "Il grande benessere – riflette il sindaco Marco Biagini – che ha contraddistinto il nostro territorio negli anni e che deriva in buona parte dagli insediamenti industriali e artigianali, ha prodotto nel tempo anche un forte consumo di suolo, su cui oggi c’è una giusta e nuova sensibilità. La sfida di coniugare lavoro, sviluppo e tutela del territorio ci deve spingere a riprogettare spazi pubblici e privati in una direzione di recupero di suoli permeabili e di rigenerazione che ha bisogno anche di una spinta nazionale e regionale".