Coronavirus e rischio embolie. "Così lo combatteremo"

Pubblicato lo studio dei medici del reparto chirurgia vascolare del policlinico di Modena. "Partiremo dalla nostre osservazioni per capire meglio i meccanismi"

Roberto Silingardi, direttore della Chirurgia Vascolare del policlinico di Modena

Roberto Silingardi, direttore della Chirurgia Vascolare del policlinico di Modena

Modena, 29 giugno 2020 - La Chirurgia Vascolare dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Roberto Silingardi di Unimore, ha pubblicato un articolo scientifico sulla prestigiosa rivista “Journal of Vascular Surgery”, la più importante rivista internazionale del settore, nonché rivista ufficiale della società americana di Chirurgia Vascolare dove ha osservato un aumento delle complicanze trombotiche acute arteriose e venose in pazienti affetti da COVID-19.

In particolare, lo studio, si basa sull’osservazione di 2 casi di contemporanea presenza di trombi nell’aorta e delle arterie polmonari “Abbiamo osservato due pazienti affetti da COVID-19 che presentavano embolia polmonare (trombi nel distretto polmonare e contemporaneamente trombi localizzati nell’arco dell’aorta. Si tratta di un evento estremamente raro - spiega il professor Roberto Silingardi Direttore della Chirurgia Vascolare - il sangue coagula formando trombi che possono dislocarsi in varie parti del corpo provocando una riduzione dell’apporto di sangue tale da causare una ischemia nell’organo bersaglio”.

Fino ad ora nessuno aveva constatato l’associazione di tale complicanza in pazienti COVID-19, ciò è importante per almeno 2 motivi: il possibile rischio di ischemie acute legate al distacco di questi trombi embolia, in secondo luogo per indagare se il meccanismo alla base della spiccata trombogenicità scatenata dal COVID avvenga oltre che del distretto venoso anche di quello arterioso.

“La nostra pubblicazione rappresenta uno spunto a future ricerche che stiamo già intraprendendo al fine di comprendere le complicanze vascolari dell’infezione da COVID-19 nella sua complessità – conclude il professor Silingardi - a questo proposito vorrei ringraziare i nostri giovani Medici in formazione specialistica che hanno contribuito alla realizzazione del lavoro scientifico: Dott. Nicola Leone, Dott. Mattia Migliari e Dott.ssa Tea Covic”.

Il risultato si va ad aggiungere a quello segnalato nei giorni scorsi: lo studio, coordinato da Cristina Mussini di Unimore, Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, che ha dimostrato come il farmaco Tocilizumab sia efficace nella terapia delle forme meno severe di Covid19.

 Lo studio ha visto coinvolte anche altre struttura complesse: Se i risultati finora raggiunti saranno confermati da studi randomizzati più estesi, già in corso, avremo a disposizione un’importante arma nella lotta a una delle più gravi complicanze della malattia.

I risultati della ricerca sono stati pubblicato sul numero del 23 giugno di The Lancet Rheumatology, rivista estremamente prestigiosa.