Coronavirus Modena, guarito l’highlander. "Ora mio padre fa la riabilitazione"

Mario Botti, dimesso anche da Gaiato, è a Montecatone: "Grazie ai medici per la loro professionalità"

Il paziente guarito dal Coronavirus

Il paziente guarito dal Coronavirus

Modena, 2 agosto 2020 - "Hanno fatto un miracolo e non saprò mai come ringraziarli per la professionalità che hanno dimostrato e per l’umanità con la quale hanno fatto sì che oggi mio padre sia ancora qua con noi. Un uomo, un imprenditore, un padre, un nonno che grazie anche alla forte voglia di vivere dopo 81 giorni di terapia intensiva ha sconfitto il Covid".

Leggi anche Coronavirus, in Francia 1.300 nuovi casi. Boom anche in Russia e Germania - Treni AV, resta il distanziamento. Arriva l'ordinanza del governo

Il suo volto simboleggia la battaglia; quella che tanti, purtroppo, hanno dovuto combattere contro un virus insidioso che ancora oggi fa paura. Il suo nome è Mario Botti e a 75 anni ha battuto infatti il record di giorni di ricovero per Covid. A spiegare l’odissea sanitaria; è la figlia dell’imprenditore, Barbara Botti che racconta il miracolo reso possibile dai medici del Policlinico prima e dai professionisti di Gaiato dopo. "Mio padre è un imprenditore forte; un uomo da sempre molto attivo che, all’improvviso, si è trovato a combattere contro qualcosa di molto più forte di lui. Oggi vorrei iniziare a raccontarvi la sua storia partendo dai protagonisti che gli hanno permesso di continuare il suo percorso di vita; in particolare il dottor Ludovico Trianni, primario dell’Ospedale Villa Pineta di Gaiato, di rilevanza nazionale nell’ambito del trattamento riabilitativo cardio-respiratorio".

Torniamo allora indietro qualche mese; al 19 marzo, in piena emergenza epidemiologica e giorno in cui Mario Botti viene ricoverato al Policlinico. "Tutti noi siamo rimasti contagiati; io, mio figlio e mamma. I primi giorni sono stati drammatici: quando è entrato in ospedale i risultati dell’emogas erano da subito bassissimi. Gli hanno messo il casco ma non era sufficiente: i valori continuavano a crollare. Hanno quindi deciso di intubarlo – continua Botti – e dopo 25 giorni hanno provato a svegliarlo. Non parlava; non si muoveva e da quel momento è stata una carambola di eventi: batteri e virus gli hanno danneggiato lo stomaco. Lo sedavano e risvegliavano. La situazione era critica poi, però, è iniziata a sorpresa la ripresa: un vero miracolo grazie a tutta l’equipe che lo ha seguito passo dopo passo e, alla fine, ne siamo saltati fuori. Lo chiamavano Highlander in reparto – ironizza la donna –. Dopo 81 giorni di terapia intensiva, il 9 giugno è arrivato il momento del trasferimento a Gaiato. Il dottor Trianni ha fatto un miracolo: il polmone è migliorato; pure il sinistro nonostante fosse stato terribilmente danneggiato dal Covid. Arrivato a Gaiato papà muoveva solo le dita delle mani: ci ha pensato il fisioterapista Antonio a rimetterlo in sesto con dedizione. Ora muove le gambe, alza le braccia ed ha ripreso pure a parlare. Da venerdì Mario Botti è stato trasferito a Montecatone per la riabilitazione. "Quando è uscito dall’ospedale mio padre ha chiesto per prima cosa le tagliatelle della Fontanina, ma ancora dovrà attendere. O ra speriamo nel terzo miracolo".