
Inaugurazione del Coverings 2025
Modena, 30 aprile 2025 – È vero che gli americani sul pavimento mettono di tutto, moquette, laminati, plastiche, senza andare troppo per il sottile. Ma negli ultimi decenni, da quando si sono affacciati seriamente i rivestimenti ceramici, il Made in Italy ha conquistato sempre più spazio, sicuramente in reputazione, certamente per qualità estetiche e anche con un buon ritorno commerciale per la piastrella di Sassuolo.
Per questo il Coverings, la più grande fiera nordamericana dedicata al mondo delle piastrelle in ceramica e della pietra naturale, giunto alla 35esima edizione e inaugurata ieri, segna all’Orange County Convention Center di Orlando, in Florida, un passaggio importante per la produzione italiana. Nel padiglione centrale della kermesse il più visitato è sempre Ceramics of Italy che raccoglie una nutrita pattuglia di espositori, oltre 80 marchi italiani.
Qui a Orlando per Coverings convergono designer, arredatori, architetti, ma anche e soprattutto tanti distributori e importatori, considerando che solo un terzo del fabbisogno interno è coperto dalla produzione Made in Usa. Il resto se lo giocano Italia, Spagna, India, Messico e Paesi Asiatici. Però al centro degli incontri e delle preoccupazioni c’è il ‘bazooka’ dei dazi lanciati dall’amministrazione Trump, parzialmente applicati e poi sospesi. C’è un grande clima di incertezza, quindi, considerando che a giugno scade la pausa e l’amministrazione americana prenderà la decisione definitiva. Vittorio Borelli, vicepresidente di Confindustria Ceramica e amministratore delegato di Fincibec, non nasconde la preoccupazione: "L’attesa non fa bene. È un aspetto che ricordiamo sempre anche ai nostri politici e alle nostre istituzioni. È vero che c’è una trattativa in corso, ma più si protrae questa trattativa e più la fiducia dei nostri distributori viene erosa. La nostra raccomandazione ai nostri politici è che, anche se non dipende direttamente da loro perché la trattativa viene condotta tra l’amministrazione americana e l’Ue, si sforzino di accelerare, che intervengano per far sì che gli interlocutori si parlino il prima possibile, possibilmente raggiungendo una soluzione migliore rispetto a quella attuale. L’attesa deve essere breve e deve portare a dazi zero, perché altrimenti ogni giorno che passa il distributore americano perde un po’ di fiducia non sapendo cosa lo aspetta".
Però i dati dell’anno scorso testimoniano che le performance delle ceramiche italiane a valore sono buone. L’Italia ha superato altri competitor proprio grazie alla fascia alta della produzione, con un prezzo medio ‘landed’ di circa 25 euro al metro quadrato, quasi il doppio rispetto alla media delle importazioni americane. Gli Stati Uniti rappresentano oltre il 6% delle importazioni globali in quantità e l’8% in valore, confermandosi il più rilevante mercato d’importazione a livello mondiale. Il direttore di Confindustria Ceramica, Armando Cafiero, sottolinea come questo successo non sia casuale: "Questo risultato deriva dall’impegno e dagli investimenti delle nostre aziende, che sono il dato principale, e dall’impegno generalizzato sui temi della responsabilità e della sostenibilità che in un mercato avanzato come quello americano vengono premiati. Anche come associazione, in questo Coverings abbiamo investito nella presenza dei nostri colleghi che più direttamente si occupano di questi temi per dare un messaggio di attenzione verso aspetti che sono quelli che veramente restano nel tempo. Speriamo che le guerre commerciali ce le lasceremo alle spalle, mentre l’impegno per migliorare costantemente i nostri prodotti è sicuramente quello che pagherà nel lungo periodo".
Il distretto di Sassuolo si conferma quindi in prima linea in questa strategica fiera internazionale.