Pandemia e caro bollette, a Modena chiude il negozio di sfoglina

Formigine, Maurizio e la moglie Valeria costretti ad abbandonare il loro sogno. L'attività lavorava in centro dal 2019

Maurizio Amato e la moglie Valeria Garau

Maurizio Amato e la moglie Valeria Garau

Formigine (Modena), 3 maggio 2022 - Un sogno interrotto, anzi travolto dalla pandemia e soprattutto dal caro-bollette, più che raddoppiate. Ci hanno provato in tutti i modi ad andare avanti, ma adesso hanno alzato bandiera bianca Maurizio Amato e la moglie Valeria Garau, titolari di Pazzi di Grano, pasta fresca artigianale fatta a mano – passatelli, tortellini, tortelloni, lasagne e rosette – oltre a sughi per condire la pasta e brodi di carne. Un negozio aperto nell’ottobre del 2019 in via Marchesi, in centro a Formigine, la passione trasformata in lavoro. "È con grande tristezza e malincuore che abbiamo deciso di chiudere i battenti dal Primo di Maggio – ha annunciato nei giorni scorsi Maurizio Amato – Abbiamo cercato di fare del nostro meglio e con le nostre possibilità in ogni momento difficile. Avrei voluto che questo piccolo laboratorio di pasta fresca in centro andasse avanti anche senza di noi, che abbiamo dato il cuore e la passione nel proporre ai nostri clienti la migliore qualità al miglior prezzo. Vi salutiamo tutti augurandovi di trovare sempre sulle vostre tavole: tanta qualità, tanta passione e tanto amore!".

Maurizio lavora tutt’oggi alla scuderia Ferrari, dava una mano a sua moglie nei weekend: "Abbiamo intrapreso questa avventura investendo un gruzzoletto, mia moglie era ferma da qualche anno, è stata l’occasione per dare un’opportunità di lavoro non solo a lei ma anche ad altre tre collaboratrici". La partenza nel 2019 è stata fulminante: "La risposta di Formigine è stata commovente, si è dimostrata una realtà stimolante, il numero di clienti e delle persone che apprezzavano è andato oltre ogni più rosea aspettativa". Poi è subentrata la pandemia. Il lockdown è stata una mazzata per tutti, ma per loro che erano all’inizio, ancora poco conosciuti, è stata letale: "Eravamo comunque inesperti del settore, abbiamo provato con il delivery, le consegne e l’asporto, ma lì per far tornare i conti devi avere un bacino di clienti già molto ampio. Noi avevamo appena cominciato. Si parlava di resilienza, per noi è stata prima di tutto una resistenza per non soccombere…. Abbiamo anche iniziato a intercettare i ristoranti, sebbene anche loro lavorassero a singhiozzo". Il primo scoglio comunque sembrava superato, poi però con il 2022 la situazione è precipitata: "Il costo delle materie prime è balzato alle stelle, le bollette soprattutto sono impazzite: siamo passati dal pagare 600-700 euro al mese a 1400 euro da saldare e nello stesso tempo non volevamo abbassare la qualità". Una spirale che è diventata giorno dopo giorno insostenibile: "Il nostro timore era allargare ulteriormente il buco economico. Abbiamo deciso di liquidare l’attività".

E’ tempo di bilanci insomma, non solo finanziari: "Se tornassi indietro sicuramente avremmo iniziato solo dopo un periodo di ‘scuola’, di esperienza nel settore. Abbiamo cominciato che eravamo troppo ‘acerbi’, e di fronte a una crisi epocale l’abbiamo pagata cara. Ringrazio tanto le ragazze che hanno collaborato con noi". Ora il locale e le attrezzature sono in vendita: "E’ un’ottima posizione, la clientela è fidelizzata, chi fosse interessato ci contatti sul profilo Facebook ‘Pazzi di Grano’".