"Covid: a Modena i contagi sarebbero da zona rossa"

Vittorio Sambri, direttore del laboratorio di microbiologia che ha identificato la variante ’rara’ in una paziente modenese: "Ho visto comportamenti dissennati"

Il professor Vittorio Sambri

Il professor Vittorio Sambri

Modena, 24 febbraio 2021 - Un mix tra varianti più trasmissibili e comportamenti "dissennati". E’ per questo - secondo il professor Vittorio Sambri, direttore del laboratorio di Microbiologia di Pievesestina (Cesena) dove viene effettuato il sequenziamento del virus - che in Emilia Romagna i contagi stanno raggiungendo numeri da zona rossa, con Bologna e Modena sempre in testa per nuovi positivi.

Professor Sambri, l’Emilia Romagna traina il contagio. Perché? "Qui le varianti hanno attecchito da tempo, quella inglese per quanto ne sappiamo rappresenta più del 40% dei contagi. A Bologna ha raggiunto il 70% e presto diventerà dominante. La variante inglese è più trasmissibile (non più contagiosa), e questo può spiegare in parte il boom di positivi in regione e in città come Modena".

In parte? "Sì, la trasmissibilità dei virus in generale dipende per un 20% dal virus stesso e dall’80% dai comportamenti umani".

Quindi ci stiamo comportando male? "Beh, ho visto comportamenti dissennati. Folle di gente in giro. Se sommiamo i due fattori, una variante più trasmissibile e il mancato distanziamento sociale, è ovvio che i casi aumentano".

Nel suo laboratorio si isolano le varianti. Quali altre mutazioni avete scoperto? Vi preoccupano? "Oltre alla variante inglese, che ormai sta diventando la normalità, abbiamo per ora trovato un caso di variante sudafricana in Romagna e due casi di variante nigeriana, la cosiddetta B1.525 a Modena e Bologna. Quest’ultima può dirsi un mix tra quella inglese, sudafricana e brasiliana ma non sembra avere caratteristiche biologiche preoccupanti".

I vaccini basteranno a sconfiggerle? "Sì, pensare che un virus possa cambiare così tanto da ’scappare’ al vaccino significa che diventa proprio un altro virus. Credo che tutte le varianti finora identificate potranno essere ’sconfitte’ con i vaccini a disposizione. Ne abbiamo la prova".

Cioè? "Guardi Israele, dove la variante inglese ha il sopravvento: ha vaccinato il 60% della popolazione e la circolazione del virus è diminuita della stessa percentuale, se non di più".

Il fatto che tra Modena e Bologna circoli molto la variante inglese dipende dal fatto che le due città registrano molti rientri dall’estero? "Certo, non c’è dubbio che sia una variante di importazione, proprio dall’Inghilterra".

In Gran Bretagna se ne parla da mesi, noi l’abbiamo isolata solo a inizio febbraio... Perché? "Perché l’indagine su scala nazionale è partita molto tardi. Siamo arrivati lunghissimi con le analisi. Da fine dicembre sapevamo dell’esistenza di questa variante e abbiamo avviato il primo studio il 4 febbraio. In Inghilterra il nuovo virus ha impiegato 3 mesi per diventare dominante, mi aspetto succeda la stessa cosa anche qui, quindi a breve la variante inglese sarà la nuova normalità. Considerando che le terapie intensive non sono piene, significa che questa mutazione non è più pericolosa e ciò è confortante".

Per quanto andranno avanti le analisi con i campioni di tamponi positivi provenienti dalle singole province? "Finché avremo i reagenti per fare il sequenziamento. Purtroppo stiamo terminando le scorte e l’approvvigionamento dalle aziende americane è sempre più difficile. Oggi il sequenziamento è fondamentale e se non arrivano i reagenti sarà un problema, dovremo fermarci. A Pievesestina facciamo sia lo studio di prevalenza commissionato dall’istituto superiore di sanità che stabilisce per ogni provincia il numero di campioni positivi da analizzare per scovare le varianti, sia studi commissionati dalla Regione basati su altri criteri, come i rientri dall’estero. Un’attività fondamentale per seguire il virus e sapere come muta, per poi combatterlo".