DAVIDE MISERENDINO
Cronaca

Cucina candidata all’Unesco Bottura: "Facciamo cultura, siamo un grande patrimonio"

Il governo ufficializza la ’corsa’ per ottenere il riconoscimento. Lo chef entusiasta: "Grazie ai ministri Sangiuliano e Lollobrigida e ai sottosegretari, e ora avanti tutta".

Cucina candidata all’Unesco  Bottura: "Facciamo cultura,  siamo un grande patrimonio"

Cucina candidata all’Unesco Bottura: "Facciamo cultura, siamo un grande patrimonio"

di Davide Miserendino

"Finalmente la cucina è stata riconosciuta come un fatto culturale. Per me è questo il risultato più importante". Non sta nella pelle Massimo Bottura. Lo chef modenese che ormai non sa più dove sistemare i suoi trofei, è uno degli artefici dell’importante risultato raggiunto ieri dalla cucina italiana, l’intero ’movimento’ che tiene insieme "ristoratori, agricoltori, casari, pescatori, gli artigiani che sono i veri eroi", come ripete più volte. Il fatto: il governo ha ufficializzato la candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’umanità all’Unesco. Un traguardo che sarebbe importantissimo e che – possiamo dirlo – certificherebbe un riconoscimento ’popolare’ già evidente. "La cucina italiana – dice Bottura – è il distillato di secoli e secoli di storia. In ogni angolo del mondo ci sono ristoranti italiani o pseudo italiani, e sono sempre di successo. Perché? Perché il mondo intero ci ama".

Lo chef è un fiume in piena di entusiasmo, anche più del solito. Subito dopo l’ufficializzazione della candidatura, in un video, ringrazia tutti coloro che hanno creduto in questo percorso. "Un grande grazie ai ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano, dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e al sottosegretario del ministero della cultura Gianmarco Mazzi appassionato e preparato come Vittorio Sgarbi. Grazie alla bravissima Maddalena Fossati, direttrice de ’La cucina italiana’ e all’amica Silvia Sassone, senza di loro questo non sarebbe accaduto".

Per lui, tiene a ribadire, la cosa più importante è aver ottenuto il riconoscimento da parte del ministero della Cultura. "Quando la tradizione è viva, si fa storia e la storia è il nostro patrimonio – dice disegnando ampi cerchi con le mani – La cucina è un’ambasciatrice privilegiata, perché nutre due volte, il corpo e la mente. Grazie alla qualità del nostro artigianato, della nostra agricoltura, della nostra cucina l’Italia ha raggiunto e fatto innamorare tutto il mondo. Il mondo viene a noi, curioso ed appassionato. Si arriva in Italia con l’impazienza di visitare e sperimentare in prima persona le nostre meraviglie".

E continua: "Il lavoro quotidiano dei nostri artigiani, agricoltori, allevatori, tiene vivo il fuoco, alimenta la tradizione italiana diffondendola fuori porta, come facevano le botteghe rinascimentali arrivate idealmente fino a noi. I nostri ristoranti – scandisce – sono come botteghe rinascimentali contemporanee: facciamo cultura, siamo ambasciatori della nostra agricoltura, abbiamo sviluppato un turismo eno-gastronomico straordinario, facciamo formazione e dall’Expo abbiamo sviluppato progetti sociali coinvolgendo il mondo intero, grazie a Food for Soul".

Sull’Expo si sofferma: "Noi durante quell’evento abbiamo fatto una vera rivoluzione umanistica. La lotta contro lo spreco, nutrire il pianeta, sono concetti di cui siamo diventati ispiratori. Io e mia moglie Lara Gilmore abbiamo fondato il progetto ’Food for soul’, che oggi conta oltre 105mila volontari e cuochi in tutto il mondo. Quello che sta succedendo è molto positivo per tutti: per i contadini, i casari, i pescatori, gli artigiani. Sono loro i veri eroi".

Riavvolge anche il nastro, tornando ai primi confronti sulla candidatura Unesco: "E’ successo tre anni fa circa, ma io già da tempo sostenevo che la cucina fosse cultura e che noi somigliassimo a piccole botteghe rinascimentali. Siamo ambasciatori dell’agricoltura, abbiamo creato un nuovo tipo di turismo enogastronomico, importantissimo, facciamo formazione e siamo d’esempio anche nel sociale. Cosa chiedere di più?".