«Dal genere ai diritti: persone sotto la lente»

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‘MANEGGIARE con cura’: questo il sottotitolo della XIX edizione del Festival Filosofia che si svolgerà da domani e domenica a Modena, Carpi e Sassuolo. Quel ‘maneggiare con cura’ è rivolto al tema portante di quest’anno, la ‘persona’. Tema omnicomprensivo quanto individuale, pur nella distinzione tra persona e individuo, come illustreranno i 53 relatori nei 200 appuntamenti, tutti gratuiti, disseminati in 40 luoghi diversi delle tre città. E come spiega con orgoglio il direttore scientifico Daniele Francesconi.

‘Persona’: perché questa scelta?

«Nella definizione di un tema sono sempre due i piani che seguiamo. Il prioritario è quello della filosofia. Focalizzare la questione secondo la storia della filosofia e quella attuale. Mediante tale tematica la filosofia discute di argomenti come la soggettività, che incarna il rapporto con gli altri, la reciprocità. Si tratta di un concetto tornato di grande attualità, basti pensare alla tematiche di genere e alla riaffermazione dei diritti umani. La parola ‘Persona’ è una grande risorsa, un prisma entro il quale vedere le relazioni tra gli umani. E’ ‘concreta’: ha un nome, un pronome, io Daniele, tu Maria Silvia che mi intervisti. Già diverso il concetto di ‘individuo’: non ha un nome né un pronome».

ll secondo piano?

«Scegliere un tema che abbia implicazioni con l’esperienza ordinaria e la vita collettiva. ‘Persona’ consente di cogliere alcune tematiche urgenti del nostro tempo, a livello civile, politico, esistenziale».

Come svilupperete questa parola chiave?

«Siamo abituati ad ‘esplodere’un tema. Costruiamo il programma filosofico quasi come lessico, vocabolario: ogni autore svolge un sottoconcetto. C’è la parte più esistenziale, antropologica, che racconta del nostro tempo e della diffusa tendenza di costruirsi un personaggio, un alter ego. Poi quella più terminologica, che mira ad analizzare il rapporto tra persona, individuo, individualità. E’ necessario un lavoro di pulizia concettuale: troppo spesso ‘identità’ è utilizzata in modo incauto. La persona è riconosciuta non solo nella sua individualità ma anche nell’unicità. Il terzo ambito è quello politico - giuridico: la persona è il fondamento dei diritti umani, portato dello Ius humanum. Come tale esprime un’urgenza civile, dall’immigrazione alla necessità di riconoscere le persone come tali e trattarle con umanità».

Cosa si propone il Festival?

«Non vuole fare sintesi, né dare risposte, ma trasmettere domande. Non dobbiamo avere paura della natura dissonante del pensiero. Non vogliano che il pubblico torni a casa con una riposta ‘in tasca’: ma che rifletta secondo il proprio sentire».

Quali novità in quest’edizione?

«Ci saranno ben 24 nuovi relatori, sia italiani che stranieri. Altra novità è data dall’aumento e ampliamento dei partner che hanno fatto ingresso nel programma, specie artistico. Si pensi al mondo del volontariato, dell’associazionismo sociale, che hanno presentato progetti al fine di farli diventare eventi, coinvolti dal tema ‘Persona’: Caritas, Centro di servizio per il Volontariato, Medici senza Frontiere».

E’ aumentato il numero di eventi e di soggetti coinvolti: Festival in funzione aggregante del territorio?

«E’ uno dei nostri mandati, connettere le varie realtà sul piano tematico, immateriale e intellettuale. Tutti gli eventi sono infatti sintonizzati sul tema, la vera aggregazione parte proprio dalle idee».

Ogni anno presentate un campionario di aforismi: come li scegliete?

«Con cura filologica: la miglior traduzione, edizione, nel doveroso rispetto per gli originali. Aforismi o brevi citazioni, perché nel frammento si vede il tutto, con l’auspicio che in chi li legge suscitino delle riflessioni o la curiosità di andare ad approfondire l’autore da cui sono tratti».