
Oggi si parla molto di uguaglianza di genere, ma all’epoca dei nostri nonni qual era la situazione in ambito pubblico...
Oggi si parla molto di uguaglianza di genere, ma all’epoca dei nostri nonni qual era la situazione in ambito pubblico e in ambito privato? Ecco cosa abbiamo scoperto intervistando i partecipanti alla ’Palestra della memoria’, un centro di ritrovo per anziani dai 75 agli 85 anni, promosso dall’Azienda USL di Modena e dall’Ospedale di Pavullo. Le donne generalmente erano meno istruite perché non avevano la possibilità di studiare, quindi erano casalinghe o contadine e fin da piccole venivano insegnati loro i mestieri di casa. Raramente potevano vestirsi come volevano, avevano un abito per la settimana, un abito domenicale per andare a messa ed erano coperte fino al collo. Inoltre era considerato sconveniente per le donne usare i pantaloni, ma dovevano indossare la gonna.
Gli uomini potevano uscire liberamente di casa, invece le donne accompagnate dal padre o dal fratello, quasi mai da sole se non per andare a prendere l’acqua, la legna per il camino o per lavorare in risaia. Esse non si potevano occupare di politica. A scuola fino agli anni ‘60 c’erano le classi maschili e quelle femminili, successivamente questa separazione c’era solo nelle ore di ginnastica. La condizione femminile, tuttavia, presentava delle differenze da famiglia a famiglia e tra città e campagna, e in alcuni casi la disuguaglianza poteva essere meno accentuata. In generale, però, emerge che le donne erano considerate più deboli e che quindi dovevano essere controllate dagli uomini, come se la loro vita fosse ’programmata’. Queste differenze ci sono sempre state e ancora ci sono, soprattutto in alcune parti del mondo, ma ciascuno può fare la sua parte per combatterle e raggiungere la vera parità.
Classe 3H, ’Montecuccoli’