
L’ultimo libro di Elena Bianchini Braglia riflette sulla visione dello scrittore russo e del suo erede Soloviev .
Trovare nel pensiero di Fedor Dostoevskij e del suo erede spirituale Vladimir Soloviev una risposta credibile ai mali del mondo. Impresa non semplice e forse impopolare, visti i tempi che corrono. Ma la storica e saggista modenese Elena Bianchini Braglia (nella foto), appassionata da sempre del grande scrittore russo, non si è fatta spaventare. Il risultato è un libro fresco di stampa, edito da Terra e Identità, che sarà presentato oggi alle 20.45 a Modena, nei locali della parrocchia dello Spirito Santo. Il titolo ’La felicità nel dolore. Dagli Indemoniati all’Anticristo’ evoca le opere dei due autori, entrando subito nel vivo a scanso di equivoci.
"In ogni riga dei suoi scritti – spiega Bianchini Braglia – Dostoevskij affronta il problema del male senza maschere e illusioni, perché l’unico modo di sconfiggere il male è riconoscerlo. Chi per paura di soffrire lo nega ne resta sopraffatto, mentre può vincerlo chi soffrendo lo combatte". Dunque la soluzione è "cercare la felicità nel dolore". Solo così, secondo Dostoevskij, il trionfo del bene sarà certo. Quanto a Soloviev, va anche oltre l’opera del suo maestro, con una visione sulla fine del mondo che secondo l’autrice "è assolutamente profetica e oggi ci appare straordinariamente reale".
Temi scomodi e certamente divisivi, come si vede. Elena Bianchini Braglia li affronta con entusiasmo e coraggio, usando un linguaggio accessibile senza rinunciare al rigore scientifico. "Questo è molto più di un saggio di storia della letteratura e anche di storia della spiritualità", osserva lo storico Franco Cardini in una delle due prefazioni al libro (l’altra è di padre Serafino Tognetti). E aggiunge: "È un invito a tornar a guardare dentro di noi, nel passato della nostra storia e nell’intimo delle nostre speranze; e al tempo stesso ad alzare lo sguardo dalle miserie del mondo, a cercare la purezza dello spirito".
e.t.