Samantha Migliore: chi era la giovane morta dopo il 'ritocco' al seno a Modena

Samantha si era appena risposata e aveva cominciato una nuova vita: lascia cinque figli. Viveva a Maranello da 12 anni, nella stessa casa fu colpita in testa da un proiettile sparato dall'ex

I carabinieri davanti alla casa di via Vespucci nel 2020

I carabinieri davanti alla casa di via Vespucci nel 2020

Modena, 22 aprile 2022 - "Le ha fatto una puntura al seno, Samantha poco dopo si è sentita male ed è morta". E’ sconvolta una persona vicina alla famiglia davanti all’appartamento di via Vespucci, una traversa di via Claudia, dove la 35enne viveva con i figli. Quella palazzina era stata già al centro della cronaca nel novembre del 2020, quando la donna fu quasi uccisa dall’ex compagno che stava provando a riconquistarla dopo la rottura della relazione.

AGGIORNAMENTO / Pamela Andress: chi è la trans che ha fatto il ritocco letale al seno di Samantha Migliore - 

Approfondisci:

Samantha Migliore e il ritocco al seno letale, confessa una trans: "L'ho fatto io"

Samantha Migliore e il ritocco al seno letale, confessa una trans: "L'ho fatto io"

L’uomo le aveva sparato mirando alla testa, ma l’aveva colpita solo di striscio. Avevano avuto insieme tre bambine, che ieri erano in casa con lei insieme al neomarito, sposato appena un mese fa, e altri parenti.

A ricostruire gli ultimi minuti della donna, è una persona vicina alla famiglia: la sedicente estetista di origine straniera (pare sudamericana) è fuggita non appena la 35enne si è sentita male. Samantha non ha parenti qui, vivono tutti in Campania, era a Maranello da 12 anni circa, lavorava in una cooperativa di pulizie e riusciva con tanti sacrifici a mantenere i suoi figli (le tre bimbe avute dall’ex e due da altre relazioni). La famiglia sta cercando di capire come muoversi, sconvolta dal dolore.

Gli ultimi anni di Samantha Migliore sono stati terribili. La mattina del tentato omicidio, metà novembre di due anni fa, l’ex compagno Giuseppe Micillo si era presentato a casa con le rose in mano e un biglietto per fare pace con la vittima e riconquistarla. In tasca, però, nascondeva quella calibro 6,35 con la quale poi, durante l’ennesimo litigio, aveva fatto fuoco. Poco dopo si è presentato in caserma, dai carabinieri, annunciando di aver ucciso la compagna. In realtà l’aveva solo ferita. "Adesso fisicamente sto bene – ci aveva raccontato Samantha in quei giorni commentando la decisione del giudice di disporre per l’uomo i domiciliari – anche se devo continuamente sottopormi a delle tac. Psicologicamente un po’ meno dopo che ho saputo della decisione di dargli i domiciliari con il braccialetto. Sinceramente non mi sento sicura".

La donna, ricordando i terribili momenti dell’aggressione, riferì che si erano ormai lasciati "ma siccome non aveva lavoro in quel periodo vivevamo comunque sotto lo stesso tetto. Quella mattina io ero al lavoro, quando sono tornata ho visto quelle dieci rose rosse sul tavolo, più una bianca. Scherzando gli ho detto: ‘Quella bianca è perché mi vuoi vedere morta?’. Lui mi ha chiesto di leggere il biglietto chiedendomi se c’era speranza di tornare insieme, io ho detto di no. Lui mi ha risposto che mi avrebbe ammazzato. A quel punto non ho capito più nulla, la testa ha cominciato a girare, sentivo solo un forte dolore".

Dopo la condanna di questi giorni in Appello dell’ex compagno 48enne sembrava dovesse cominciare una nuova vita finalmente per Samantha. Aveva col tempo riconquistato la fiducia in se stessa e aveva ritrovato anche l’amore: si era sposata appena un mese fa. E invece il destino le ha voltato le spalle di nuovo, questa volta per sempre.