Due scosse ravvicinate di violenza inaudita

I docenti di Geologia. Remitti e Conti spiegano cosa scatenò il terremoto: interessata un’area di 50 km

Due scosse ravvicinate  di violenza inaudita

Due scosse ravvicinate di violenza inaudita

Modena, 20 maggio 2023 – Il 20 maggio di 11 anni fa la provincia di Modena è stata risvegliata bruscamente da una forte scossa di terremoto dalla insolita violenza distruttrice.

"Secondo le informazioni fornite dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) – ricorda la professoressa Francesca Remitti, docente di Geologia strutturale a Unimore – la sequenza sismica emiliana del maggio-giugno 2012 è cominciata con la scossa di magnitudo ML 5.9 con una profondità ipocentrale di 6.3 km, con area epicentrale tra Finale Emilia e San Felice sul Panaro ed è continuata nei giorni seguenti.

Questa sismicità si è originata in un’ampia area, lunga più di 30 km, tra le provincie di Modena e Ferrara, ed è stata seguita da un altro terremoto distruttivo avvenuto il 29 maggio, con una magnitudo ML 5.8 e profondità ipocentrale di 10.2 km, che è stato localizzato circa 12 km a sud-ovest del precedente.

Le scosse che hanno seguito questo secondo evento hanno occupato lo stesso settore di pianura estendendosi ulteriormente verso ovest, interessando nel complesso un’area lunga circa 50 chilometri".

La scossa fu impressionante e di violenza che non si avvertiva dal 1570.

"Il movimento – spiega il professor Stefano Conti, docente di Geologia del territorio italiano – è legato al fronte attivo sepolto della catena appenninica che si accavalla sopra la microplacca adriatica con senso di trasporto verso nordest. La sismicità del 20, 29 maggio e 5 giugno ha interessato i fronti compressivi più esterni della catena, il fronte ferrarese e il fronte di Mirandola".

Gli effetti del terremoto sono stati localmente amplificati da effetti di sito (ad esempio le liquefazioni dei terreni sabbiosi specie a Finale e San Felice) legati alle caratteristiche dei sedimenti che formano la Pianura Padana e questo contribuì ad allarmare ulteriormente la popolazione locale.