"E’ l’ora di un tecnopolo agroalimentare"

Gasperi (Confagricoltura): "Si potrebbero studiare i genomi delle colture e combattere i parassiti. La sede? L’ex agraria di Finale"

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Un sogno nel cassetto, un progetto ambizioso? Il direttore Confagricoltura Modena Stefano Gasperi da anni coltiva l’idea di insediare nell’Area Nord della provincia un Tecnopolo Agroalimentare. Al momento niente niente di concreto, ma dopo che anche Nomisma il 29 gennaio scorso ha suggerito in un convegno a Medolla come obiettivo strategico per l’Area Nord modenese la proposta di un "Centro Ricerche per l’agricoltura di territorio", quel sogno ha cominciato a muovere i primi passi.

Gasperi come nasce l’idea?

"La cosa è venuta in mente pensando al successo, avuto dopo il terremoto, dal Tecnopolo biomedicale. Mi sono chiesto perché dove c’è l’agricoltura e si fa l’agricoltura anche da reddito non creare nella zona una struttura di ricerca e di studio che sostenga gli agricoltori e contribuisca salvaguardare i risultati dei loro sforzi? Oggi che ci sono problemi legati alle tante malattie che mettono a repentaglio produzioni e raccolti e ad un andamento climatico avverso ed estremo. Potrebbe avviare una svolta. Tanto più che Bonaccini nella sua recente visita negli Usa ha siglato un accordo che porterà in zona una ditta interessata a sviluppare studi sul genoma".

Pensate a produzioni ogm da impiantare nella Bassa?

"Stretti da contingenze come il problema della cimice, la florescenza dorata della vite, la maculatura bruna sulle pere, da una parte, e gli eventi climatici estremi, dall’altra, nonché spinti dall’avanzare di ricerche che consentirebbero alle piante un consumo idrico del 50% rispetto alla attualità dando un deciso contributo al problema del consumi dell’acqua, penso che anche noi dobbiamo porci il problema di sviluppare ricerche su tutta la parte genomica delle colture per tutelare i risultati delle nostre produzioni tipiche. Questo non significa ‘sposare’ produzioni ogm, piuttosto accogliere l’inserimento di elementi nel dna della pianta, tolti dalla pianta stessa (come già avviene per la salute dell’uomo), che possano garantire alla pianta di autodifendersi e non essere attaccata da agenti patogeni".

Dove vede la collocazione di questo Tecnopolo agroalimentare?

"Io guardo con favore l’interesse espresso dal sindaco di San Felice, che ha già dato la disponibilità per mettere a disposizione le ex scuole professionali di agraria di Pavignane, prossime anche all’Istituto agrario di Finale. Questo consentirebbe anche di sfruttare importanti risorse umane. Mi rendo però conto che la decisione sulla sede dell’eventuale Tecnopolo va affrontata come Area Nord nel suo insieme e in stretto collegamento con la regione".

Come lo vede questo Tecnopolo?

"Come un centro non limitato solamente allo sviluppo di studi di tipo genetico, ma anche esteso ad aspetti tecnici, tipo conservazione, raccolta meccanica, potatura meccanica, in breve agricoltura 4.0".

Alberto Greco