"Avevo avuto la fortuna di conoscere Samuele, insieme a tutta la sua famiglia, quando ero vice parroco all’Unità pastorale di Nonantola e assistente ecclesiatico del gruppo scout Agesci Nonantola 1. Samuele era un giovane uomo che viveva pienamente. Era un giovane assetato di Dio, che sapeva trasmettere la sua testimonianza alle persone che incontrava". E’ questo il ricordo del giovane 26enne, postato su Facebook, di don Mattia Ferrari, il giovane cappellano di ’Mediterranea Saving Humans’."Samuele aveva trovato nello scoutismo quella scuola in cui sapeva realizzarsi pienamente come cristiano e come cittadino e in cui riusciva a educare i ragazzi alla scuola del Vangelo – continua don Mattia – Conservo nel cuore tante conversazioni avute con lui, dalle quali ero sempre uscito arricchito, dalla sua fede e dalla sua cultura. Aver camminato con lui, con la sua famiglia, con il suo gruppo scout e con la sua famiglia è stato un dono e un onore. Davanti alla sua scomparsa ci sentiamo smarriti. Le domande affollano la nostra mente e il nostro cuore, ci chiediamo perché sia successo che quel masso si è staccato dalla montagna e lo ha fatto cadere. Ma lui, da grande uomo di Dio qual era, ci direbbe, anzi sicuramente lo sta facendo al nostro cuore, di guardare alla fede". Il parroco di Nonantola, don Alberto Zironi, ricorda con estremo affetto Samuele: "Lo conoscevo da nove anni, era sempre in parrocchia dove era capo scout del reparto Luna, ovvero quello dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni. Era attivissimo: un ragazzo disponibile, attento, preparato e profondo e che si poneva domande profonde. Un ragazzo riflessivo – continua don Zironi – e attento agli altri, molto premuroso. Chi lo conosceva poi continuava a tenerlo al suo fianco".
v. r.