Esplosione in via Blasia, indagato l’inquilino

Ipotesi di incendio doloso a carico dello studente che rimase seriamente ustionato nell’appartamento che aveva preso in affitto

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di Valentina Reggiani

Era il cinque dicembre di due anni fa quando un’esplosione fortissima seminò il terrore in centro storico. Nel devastante incendio, divampato in una palazzina di via Blasia, vicino alla Sinagoga, rimase gravemente ustionato un ragazzo oggi 21enne. Lo stesso studente risulta indagato per incendio colposo. Vanno verso l’archiviazione invece le posizioni dei ‘precedenti’ indagati – si tratta di due fascicoli diversi – ovvero professionisti e artigiani che lavorarono all’interno dell’abitazione poi affittata dal ragazzo che da poco si era trasferito a Modena per iniziare l’università.

Il giovane, dopo la lunga degenza al centro Grandi ustionati di Parma, lo scorso luglio è stato sottoposto ad interrogatorio in qualità, appunto, di indagato per il rogo. Al momento le indagini preliminari sono ancora in corso: la condotta dello studente in relazione all’esplosione deve ancora essere chiarita. In sostanza è in corso di valutazione da parte degli inquirenti di quanto dichiarato dal ragazzo. La sua testimonianza, infatti, sarà posta a confronto con gli esiti degli accertamenti tecnici. La difesa è in attesa proprio dell’esito delle indagini dopo una consulenza tecnica non ripetibile effettuata nella palazzina dai consulenti nominati dalla procura. Contestualmente il giovane, attraverso i difensori, sta organizzando una linea difensiva che si baserà anche su perizie tecniche.

"Aspettiamo la notifica degli atti’ – afferma la difesa nella persona del legale Luigi Della Rupe del foro di Bologna –. Allo studio c’è la possibilità di effettuare prove tecniche di parte. Contestiamo la ricostruzione del sinistro per come effettuata dal consulente della procura che, sinceramente, non ci aspettavamo. Per buona parte la difesa è intrisa di elementi tecnici. Sulla base della posizione in contraddittorio dei relativi tecnici si valuterà l’evoluzione della vicenda ma, a questo punto, ci aspettiamo un avviso di conclusione indagini da un momento all’altro".

Quello che i periti stanno ricostruendo è l’origine della fuga di gas che ha provocato la deflagrazione. La comunità ebraica, proprietaria dell’appartamento, confermò poco dopo il rogo di avere fatto eseguire la manutenzione della caldaia – su cui si erano concentrati gli accertamenti – poco meno di un mese prima rispetto all’esplosione e di avere fatto installare qualche settimana dopo una nuova cucina, in vista dell’arrivo dell’inquilino. Il ragazzo che oggi risulta indagato, originario del Piemonte, si era trasferito in città da pochi giorni per studiare Ingegneria all’università.