Estorsione da 50mila euro a un imprenditore: condannato

E’ finito almeno quattro volte nel mirino degli estorsori di diversa ‘caratura’ criminale.

Ieri uno dei suoi ‘aguzzini’ è stato condannato a tre anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici.

Il caso è noto e vede al centro il solierese titolare di impianti sportivi, una piscina e una palestra che spesso ha dovuto ‘difendersi’ da richieste estorsive.

L’episodio finito nelle aule di tribunale è quello che vedeva alla sbarra un tunisino 26enne che era riuscito nel giro di un anno a farsi consegnare dalla vittima cinquantamila euro, minacciando di morte lui e la sua famiglia se non avesse pagato quanto richiesto.

Tutto era partito dalla proposta di vendita, da parte del malvivente all’imprenditore, di una televisione.

Il prezzo della stessa aveva però iniziato a lievitare sempre di più e, in un’occasione, il tunisino aveva pure inviato alla vittima una foto con una pistola.

"Sono contento di aver chiuso un capitolo e che sia stata fatta giustizia per un fatto che ha destabilizzato il sottoscritto e la mia famiglia" afferma l’imprenditore, 42 anni. Parliamo dello stesso solierese minacciato da Enrico Palumbo e Mario Temperato, vicini al clan dei Casalesi e successivamente condannati.

Dopo di che è stata la volta del tunisino che l’uomo, dopo circa un anno, ha trovato il coraggio di denunciare.

"Una vicenda che era nata nel 2018 e che ha segnato la persona offesa, la giustizia ha fatto il proprio corso. La sentenza ci soddisfa pienamente anche perchè si tratta di un procedimento difficile sotto un profilo psicologico.

Non è il primo episodio di estorsione che la vittima ha subito: è l’ultimo di quattro negli ultimi quattro anni, uno all’anno. Il primo caso di estorsione subito è avvenuto proprio nell’ambito di un contesto mafioso nel 2016".

Valentina Reggiani