
L’urbanista Ezio Righi
Modena, 9 marzo 2025 – "La fame di abitazioni a Modena può trovare efficace e sollecita risposta solo nel ritorno alla politica che il comune di Modena ha praticato per decenni con i Peep, da Modena Esta a Salvo d’Acquisto, risolvendo il problema della casa per tredicimila famiglie grazie ad una costante offerta abitativa, anche in affitto, a prezzi inferiori di un terzo rispetto al mercato perché sottratta alla speculazione sui terreni, sciaguratamente interrotta nel 2004".
L’autore del piano regolatore del 1989, l’architetto urbanista Ezio Righi, torna sul problema casa in città, partendo dal convegno di Palazzo Ducale organizzato da Modena Life Management sul Direzionale Manfredini. "Nel corso dell’iniziativa si è messo a confronto il dato di 12mila alloggi in disuso a Modena con quello di una domanda di 5mila case", a dimostrazione di un fallimento del mercato che non fa incontrare domanda e offerta, e che deve essere corretto con misure appropriate.
"È una partenza non fondata – taglia corto Righi – nei documenti dell’Istat è facile scoprire che intende come non occupate le abitazioni semplicemente non occupate da famiglie residenti nel comune: una parte sono vuote, ma ci sono tantissimi altri casi. Dove abitano i presenti non residenti, studenti, tecnici specialisti, scuole di specializzazione, personale trasferito in arrivo? Solo gli studenti fuori sede della nostra Università sono parecchie migliaia".
Ogni anno "otto o diecimila modenesi cambiano casa: quante sono in ogni momento le abitazioni che attendono l’avvicendamento dei residenti, magari con qualche manutenzione? Chi vuole andare a stare in zona industriale in una nelle cinquecento abitazioni di custodia non occupate da famiglie residenti? Chi accetta di in una delle mille abitazioni disperse nel territorio rurale, che eccedono il numero delle famiglie residenti, e che chissà in quali condizioni sono? Quante le abitazioni in attesa di vendita? Quante sono con lavori in corso? Quante prive di requisiti elementari di abitabilità? Quante tenute disposizione delle famiglie, quante sono foresterie di aziende, quante riservate all’uso turistico?" Nessuno, dice l’architetto, "ha fatto queste valutazioni: è molto dubbio che l’offerta effettiva di abitazioni non occupate possa arrivare a duemila unità, molto inferiore alle quattro o cinquemila unità fisiologicamente necessarie come quota frizionale".
La narrazione delle 12mila abitazione vuote a Modena, secondo Righi, asseconda "le grandi operazioni immobiliari annunciate non avranno concorrenza, potranno contare su una domanda affamata, disposta ad accettare anche soluzioni abitative remote dalle propensioni di una normale famiglia modenese, e schiaccianti sacrifici economici". Perché, "se è falsa la storia delle abitazioni vuote, è vera l’emergenza abitativa, è vera quella domanda di almeno 5mila abitazioni. Una domanda che può trovare efficace e sollecita risposta solo nel ritorno alla politica che il comune di Modena ha praticato per decenni con i Peep".
Un programma, sostiene l’urbanista, "di tremila abitazioni di edilizia convenzionata, analogo a quello attuato dalla giunta Barbolini con Palma Costi, può avere rapidissima attuazione. Servono 75 dei 117 ettari che la legge regionale ammette all’urbanizzazione? Si convocano in successione i proprietari dei terreni idonei: a chi accetta di cedere volontariamente tre quarti del terreno a un prezzo riferito al valore agricolo rimane un quarto edificabile privatamente; se non accetta, avanti un altro. Del consumo di suolo, e di come anche questo sia strumentalizzato a favore degli interessi speculativi, bisognerà discuterne in altra occasione".