«Fango e danni nell’hotel»

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I GIOCATTOLI di un bimbo custoditi in garage e ricoperti di fango rappresentano l’emblema dell’ennesima emergenza fiumi. Quella con cui poco fuori città ci si trova a fare i conti. Perchè al di là di ponte Sant’ Ambrogio, nella zona Est, la situazione ieri, per tanti commercianti e residenti, risultava davvero pesante. Strade, box auto, cantine, ristoranti, hotel: tutto lunedì è finito sott’acqua a Fossalta e ieri residenti e negozianti si sono visti costretti a fare la conta dei danni ancora una volta. Nonostante i tecnici abbiano lavorato incessantemente con motopompe per drenare l’acqua, qualcosa non ha funzionato e il bilancio non è dei migliori, come spiega Ervin Memis, uno dei titolari dell’Hotel Riverside che affaccia sulla via Emilia. «Il problema è che le bocchette non si chiudono come dovrebbero poichè la manutenzione non è sufficiente – spiega il titolare dell’hotel – c’è troppo fango e alla fine anche questa volta la struttura ha riportato ingenti danni». Memis ci mostra diverse camere da letto al piano terra coperte di fango così come il magazzino e il cortile. «Non funziona più neppure la caldaia e siamo senza acqua calda in tutto l’albergo – lamenta – e ho dovuto buttare via buona parte del mobilio; anche quello della sala riunioni. E non è certo la prima volta che succede: anche in passato abbiamo dovuto chiudere la struttura una settimana: quindi danni su danni». Una residente di via Bonvino, amareggiata, ci mostra poi i garage, ricoperti di fanghiglia. «Per cercare di togliere l’acqua ho dovuto versare sul pavimento undici sacchi di segatura – spiega Franca Ferrari – sono vedova e ho appena subito un intervento e mi sono trovata davanti una situazione drammatica. Quest’anno è già la seconda volta quindi le fogne hanno problemi seri. Tutto quello che c’era nei box ora è da buttare». A trovarsi letteralmente isolati, lunedì, anche i gestori del B&B il Roseto. Attorno alla struttura, situata in mezzo alla campagna, infatti, si è formato un vero e proprio lago di acqua e fango e i titolari si sono visti costretti a rinunciare ai clienti. «Era impossibile arrivare qua senza un gommone – denunciano Elisa Lancellotti ed Ermanno Bianchini – ed è già la seconda volta che succede sicuramente a causa di una rottura nell’argine. Non mi sono certo sentita di far arrivare fin qui i nostri clienti; alcuni dei quali, tra l’altro, arrivavano da Milano. E siamo riusciti a tutelare l’edificio solo grazie ad un portellone in ferro studiato per non far passare l’acqua. Eravamo isolati – sottolineano i titolari – ci voleva una barca per uscire dal cancello». Secondo Bianchini molti dei problemi arrivano dal vecchio Ponte Sant’Ambrogio, costruito dagli Estensi nel 1792. «Sotto la spinta delle piene mostra vecchiaia e andrebbe sistemato tenendo presente che è l’unico che collega Bologna a Modena. Chiediamo che ai corsi d’acqua le istituzioni prestino più attenzione perchè pian piano la situazione si aggraverà».