ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Femminicidio, il giudice: "Peter resti in carcere: ha un’indole violenta. Può colpire ancora"

Il gip ha motivato così la custodia cautelare per il 45enne reo-confesso. Dopo l’agguato fatale da Correggio arrivò in città per comprare droga. Ravvisato anche il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove.

Il gip ha motivato così la custodia cautelare per il 45enne reo-confesso. Dopo l’agguato fatale da Correggio arrivò in città per comprare droga. Ravvisato anche il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove.

Il gip ha motivato così la custodia cautelare per il 45enne reo-confesso. Dopo l’agguato fatale da Correggio arrivò in città per comprare droga. Ravvisato anche il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove.

Secondo il giudice delle indagini preliminari, Peter Pancaldi poteva colpire ancora. Per il 45enne che ha confessato l’omicidio dell’ormai ex compagna, la 48enne sassolese Daniela Coman, avvenuto nella casa di Prato di Correggio, il gip Matteo Gambarati ha disposto lunedì la custodia cautelare in carcere, giustificandola con diversi motivi. Ha ravvisato il pericolo di reiterazione del reato, alla luce della sua indole descritta "violenta e aggressiva", emersa dai suoi comportamenti verso le donne con cui in passato ebbe una relazione, volti a ottenere denaro per acquistare stupefacenti. E ha anche individuato il rischio di fuga, dato che dopo averla uccisa andò in auto sino a Modena, nella zona di via Nonantolana, allo scopo di comprare droga (non trovata in suo possesso). Qui fu fermato dai carabinieri all’1.45 della notte del 15 maggio: apparso non lucido, è stato portato all’ospedale per fare accertamenti sull’eventuale guida in stato di ebbrezza o alterato da sostanze stupefacenti. Il gip ha anche messo nero su bianco il pericolo di inquinamento delle prove, poiché lui poteva avvicinare la cerchia delle persone informate sui fatti. Nonché la mancanza di riferimenti stabili sul territorio. Un quadro complessivo che ha spinto il giudice a ritenere adeguata solo la misura coercitiva più pesante. Il gip ha convalidato il fermo per omicidio volontario, ma ha ritenuto che non vi siano a oggi i gravi indizi di colpevolezza rispetto alla premeditazione, al legame della relazione affettiva e allo stalking a cui lui avrebbe sottoposto la donna poi uccisa. L’indagato, difeso di fiducia dall’avvocato Annalisa Miglioli (studio Della Capanna), si era avvalso della facoltà di non rispondere. Intanto proseguono gli accertamenti dei carabinieri, coordinati dal pm Valentina Salvi, per fare piena luce sulle circostanze dietro la morte violenta. E anche gli esami sulla salma: dall’autopsia, iniziata e conclusa lunedì al Policlinico di Modena, è emersa come causa della morte l’asfissia meccanica, cioè un’interruzione degli scambi respiratori che può attuarsi in differenti modi. Sono stati ordinati anche gli esami tossicologici e radiologici, prelievi di tessuti organici, liquidi e biologici, l’eventuale acquisizione di materiali sul corpo e sugli abiti. Nel frattempo, a quanto emerge, il via libera dalla Procura per i funerali è atteso non prima di mercoledì prossimo: le volontà dei familiari propendono per la sepoltura a Sassuolo, dove abitano il figlio di 10 anni con il padre, ex compagno della vittima Pancaldi, 45 anni, originario di Campogalliano, ha ammesso di aver soffocato la 48enne di origine rumena e residente a Sassuolo, tappandole naso e bocca con le mani. In base a una prima ricostruzione accusatoria, lui l’avrebbe attirata con l’inganno nella casa di Prato di Correggio dove convivevano. I due si erano da poco lasciati: secondo un primo possibile movente, le attribuiva la colpa della rottura di una relazione che aveva con una donna che lo manteneva economicamente. Risulta che Pancaldi, al momento disoccupato, consumasse droga (cocaina e crack).