Fiumi e sicurezza: c’è l’algoritmo "Prevediamo l’evolversi della piena"

I professori Unimore Moretti e Orlandini hanno messo a punto il rivoluzionario metodo ’Landmark’

Fiumi e sicurezza: c’è l’algoritmo  "Prevediamo l’evolversi della piena"

Fiumi e sicurezza: c’è l’algoritmo "Prevediamo l’evolversi della piena"

di Alberto Greco

Tutti potremo tirare un sospiro di sollievo per la messa a punto da parte di ricercatori dell’università di Modena e Reggio Emilia di un algoritmo – questo sì davvero utile – che consente di prevedere in pochi minuti l’evolversi di una inondazione. Il risultato varrà per i molti residenti in tutto il mondo che si trovano ad abitare aree attraversate da corsi d’acqua. E come modenesi ne sappiamo qualcosa. Ora grazie a un nuovo paradigma nell’uso dei dati topografici a elevata risoluzione, l’algoritmo ’Landmark’, elaborato dal gruppo dei professori Giovanni Moretti e Stefano Orlandini del dipartimento di Ingegneria ’Enzo Ferrari’, sarà possibile approntare nuove strategie di gestione delle inondazioni dovute a collassi arginali. Pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Geophysical Research Earth Surface (http:dx.doi.org10.10292022JF006943), lo studio sulla ’estrazione automatica di valli e crinali’ potrà rivoluzionare le attuali conoscenze, mandando in soffitta i metodi fino a ora impiegati.

Professore Orlandini, si può dire che il vostro algoritmo anticipa la prevedibile propagazione di un processo alluvionale?

"Landmark permette di ottenere una previsione dell’evolversi di una inondazione in tempi dell’ordine di minuti, ottenendo risultati più accurati e affidabili di quelli ottenuti con i metodi attuali in diverse ore. Questo è determinante sia per le analisi di vasca scala e di lungo termine sia per la gestione delle emergenze in tempo reale. Per esempio, per guidare le operazioni dei vigili del fuoco, che devono sapere dove intervenire e con quali mezzi intervenire. Per gestire un evento di inondazione che dura 3 giorni è certo più utile una previsione ottenuta in 15 minuti di una ottenuta in 15 ore".

Quali vantaggi discenderanno da questo algoritmo?

"L’algoritmo Landmark permette per la prima volta di estrarre le caratteristiche essenziali della superficie terrestre senza la necessità di alterare i dati topografici. La rete delle valli e dei crinali osservata nei dati topografici a elevata risoluzione è mantenuta quando si definiscono le griglie di calcolo dei modelli idraulici. Si tratta di un nuovo paradigma per la descrizione dei processi superficiali come la propagazione delle acque, dei sedimenti e degli inquinanti, ma anche delle valanghe, delle colate laviche, delle frane, o di altri processi ancora. Stiamo in questo momento affrontando problemi relativi alle piene fluviali e alle inondazioni che senza Landmark sarebbero impensabili. I risultati saranno utili per fare avanzare le nostre conoscenze ma anche per gestire meglio piene fluviali e alluvioni. Già ora, con Landmark, abbiamo messo in sicurezza gli stabilimenti di Marazzi Group, un risultato molto concreto".

Vi siete applicati alle alluvioni che hanno interessato la piana tra Secchia e Panaro. Cosa è emerso?

"Abbiamo iniziato a collaborare con Aipo (Agenzia Interregionale per il Fiume Po) nel 2005, quando siamo arrivati a Unimore. Questo lavoro chiude tuttavia una ricerca che personalmente ho iniziato nel 1990 al Politecnico di Milano e Giovanni Moretti ha iniziato nel 2000 con la sua tesi di laurea all’università di Ferrara. L’applicazione ai problemi specifici del Secchia e del Panaro è stata fonte di gioie e dolori, ma sicuramente ha ispirato una direzione di ricerca molto concreata e legata ai problemi della società. In questo siamo stati recentemente supportati anche dalla Fondazione di Modena ed è giusto che questo venga da noi riconosciuto".