
Il comitato dei residenti
Modena, 29 maggio 2025 – Non sono bastate le rassicurazioni del Comune e del comparto Mcg/Cpc a placare i malumori dei residenti del quartiere Sant’Anna. A loro avviso, infatti, gli interventi previsti dall’azienda e dal Comune come oneri compensativi in seguito all’ampliamento del comparto produttivo non sono soltanto insufficienti, ma sono stati programmati senza tenere conto delle esigenze del quartiere.
"Il fatto che si parli di interventi sulla viabilità sostenibile – ha fatto sapere Emanuela Morselli, del comitato Sant’Anna – ci sembra una vera e propria mistificazione della realtà. I lavori di mitigazione in atto non sono fatti di certo per il benessere del quartiere. Un esempio? Hanno acquistato e chiuderanno via del Tirassegno, una strada pubblica, e ciò comporterà un notevole aumento del traffico nelle altre strade. Inoltre, la rotatoria, oggi sbandierata come "beneficio per il quartiere", era in realtà attesa da anni per motivi di sicurezza, dopo numerosi incidenti".
Secondo i residenti, inoltre, il parcheggio provvisorio non è funzionale a un quartiere sempre più industriale e meno verde.
"Il parcheggio – prosegue la referente – serve alla moschea, non certo ai residenti: il problema delle vetture parcheggiate sulle aiuole a lato strada era noto da anni. Inoltre, la precedente area industriale di cui parla Cpc era in gran parte una zona artigianale, con piccoli capannoni, ben diversa dal polo industriale che si sta realizzando oggi. È logico che, alla fine, sia stato necessario costruire anche la vasca di laminazione, non tanto per il benessere del quartiere, quanto per arginare l’impatto ambientale di capannoni di tali dimensioni. Se si cementifica – e in questa zona lo si è fatto in deroga, passando tutto il verde all’area Pro Latte – l’acqua non viene più drenata dal terreno, e queste sono le conseguenze".
Le richieste dei residenti all’azienda e all’amministrazione sono precise.
"Da troppo tempo – denuncia la residente – attendiamo risposte chiare: al di là della vasca di laminazione, fondamentale per la tutela delle nostre falde acquifere, riteniamo inaccettabile che, nonostante le promesse, non sia ancora attivo un monitoraggio continuo e trasparente delle emissioni dei 41 camini di Mcg/Cpc. Chiediamo l’installazione di sonde a camino e controlli a campione senza preavviso, per verificare la presenza di sostanze come formaldeide, Cov, nichel, ammoniaca e altre indicate nelle autorizzazioni Arpae. Qui si parla della salute dei residenti, dei bambini della scuola elementare e di chi frequenta il campo sportivo Botti: l’esposizione prolungata a inquinanti, anche a basse concentrazioni, rappresenta un rischio".
Infine, i residenti sollevano anche una questione normativa. "Abbiamo chiesto – aggiunge la referente – se l’impianto può essere classificato come industria insalubre. Se fosse così, scatterebbero maggiori controlli da parte di Arpae. Invece, oggi, il tutto viene gestito con un’Aua, ovvero un’Autorizzazione unica ambientale, meno tutelante". "Non siamo contro lo sviluppo — conclude Morselli — ma questo impianto non doveva nascere qui, a poco più di due chilometri dal centro, stravolgendo un quartiere intero. Invitiamo tutti i modenesi a venire in via delle Suore per vedere quello che sta accadendo. È davvero pauroso".