Francobolli sequestrati, esposto di Giovanardi

L’ex senatore: "Non rispettata la circolare nazionale Si puniscono collezionisti che salvano i documenti"

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Dopo l’ennesimo sequestro di documenti ai danni di due commercianti, avvenuti a Bologna da parte della Sprintendenza, Carlo Giovanardi – già presidente del gruppo parlamentare amici della filatelia – insieme alle associazioni nazionali dei professionisti filatelici e periti e la stessa federazione dei circoli filatelici, ha presentato un esposto indirizzato alle soprintendenze archivistiche regionali e al Mibact. I firmatari, richiamando i pareri del ministero del 2012 e del 2017 emessi a seguito delle assoluzioni pronunciate nei vari gradi giudiziari, ribadiscono come "documenti recanti il timbro a umido di comuni ed enti pubblici risalenti ai secoli diciannovesimo e ventesimo debbano essere considerati di proprietà dei detentori. Questo a meno che non siano stati sottratti illecitamente agli archivi di Stato". Infatti secondo i firmatari dell’esposto si è creata, a seguito delle iniziali controverse vicende giudiziarie, una sorta di confusione e di timore tra commercianti e appassionati di filatelia, ora alimentata dagli ennesimi sequestrI ai danni di due commercianti bolognesi.

Giovanardi e gli altri firmatari spiegano infatti che "milioni e milioni di lettere e documenti dall’unita d’Italia in avanti sono stati per legge donati dagli enti pubblici alla Croce Rossa che poi, con il consenso dello Stato stesso, li ha venduti a generazioni di collezionisti, che li hanno sempre detenuti lecitamente".

"Teniamo presente – continua Giovanardi – che i bisnonni dei collezionisti hanno acquistato centinaia di migliaia di lettere che possono valere si e no venti euro. Poi il fulmine a ciel sereno – continua – Quattro anni fa alcuni sovrintendenti su interpretazione della legge affermano: tutto quello che è stato indirizzato a Comuni, ospedali, tribunali ed enti pubblici in generale è demanio, è dello Stato. Quindi tutto va sequestrato. In questi quattro anni siamo andati al Ministero dei beni culturali più volte e due o tre anni fa è uscita la circolare che ha specificato come si tratti di documenti senza alcun valore storico culturale. Inutile, dunque, sequestrare milioni di pezzi di carta. Siamo tutti d’accordo di perseguire secondo la legge un ricettatore – afferma – ma non si può mettere sotto inchiesta decine di migliaia di persone per l’hobby più storico del mondo. Dopo quella circolare emessa quattro anni fa tutti i processi si sono chiusi con l’assoluzione; tutto sembrava tranquillo quando un mese fa sono stati sequestrati a un commerciante di Bologna novemila pezzi. Dieci giorni fa – conclude Giovanardi – l’ennesimo sequestro, sempre a Bologna. C’è tutto un mondo di collezionismo ‘povero’ che però storicamente ha salvato dal macero tutte questi documenti e che va salvaguardato. A questo punto l’esposto: vi avvertiamo che se continuate in questa azione saremo noi a far valere i nostri diritti visto che non rispettate circolare nazionale".