ROBERTO GRIMALDI
Cronaca

Ghirlandina, 10 anni fa la fine dei restauri "Ma ora occorre la dose booster per curarla"

L’architetto Cadignani che allora coordinò i lavori: "Le pulitura delle pietre va ripetuta. E sarebbe bello concludere la riqualificazione dell’interno"

di Roberto Grimaldi

Era l’11 novembre del 2011. Una data particolare: 11-11-11, con quegli uno che sembrano tante torri. E in effetti quel giorno si festeggiava una torre, quella che per i modenesi è la torre per eccellenza, la Ghirlandina.

In particolare, si celebrava la fine dei lavori di restauro, un’operazione molto complessa e approfondita che nel corso dei tre anni precedenti aveva portato i tecnici a consolidare le pietre, restaurare i capitelli e sistemare buona parte della sezione interna. Un periodo che in tanti ricorderanno anche per un particolare curioso: nel corso del restauro la Ghirlandina venne coperta da lunghi teloni decorati da un artista, Mimmo Paladino.

Anima di quello storico restauro fu l’architetto Rossella Cadignani, che allora era dirigente del Servizio Edilizia Storica. A distanza di dieci anni esatti, ricorda ancora quell’esperienza e fa un appello a chi si occupa della torre: non dimentichiamo che il restauro è soggetto a richiami e a opere periodiche di consolidamente. Insomma, anche per la Ghirlandina occorre una dose ‘booster’ di cure per continuare a sfidare i secoli a venire.

"Ricordo bene quel giorno – dice l’architetto Cadignani – in serata il sindaco Pighi organizzò un brindisi per tutti i cittadini, per celebrare la fine del restauro. Non lo nego, per me fu una grande soddisfazione professionale, una di quelle cose che segnano positivamente il tuo percorso. Mi rendevo conto che mi andavo ad occupare del monumento simbolo della città, particolarmente caro a tutti i modenesi. Ed è stato un’esprienza emozionante. Per la prima volta ci trovavamo faccia a faccia con le sculture in quota, che solo l’impalcatura e l’ascensore ci permettevano di vedere da vicino. E ricordo anche l’attenzione che c’era da parte di tutti. Il sindaco Giorgio Pighi era entusiasta dell’operazione,veniva quasi tutti i giorni in cantiere per seguire l’andamento dei lavori".

Un cantiere che ebbe anche una nota polemica: non a tutti piacque l’idea di coprire la torre con teloni da cantiere decorati, altri non erano d’accordo con la trama del disegno utilizzata, altri ancora non condividevano la scelta di quel determinato artista.

"A distanza di anni – commenta Rossella Cadignani a questo proposito – credo si trattasse di polemiche soprattutto di stampo politico. In realtà quella di far decorare i teloni di copertura a un artista fu una scelta innovativa, per me molto valida. E’ vero, nessuno ci ha più pensato, ma questo non vuol dire che non fosse una bella idea. Oggi probabilmente non si fa più anche per una questione di costi".

Adesso però, a distanza di undici anni è ora di pensare alla manutenzione del lavoro svolto: "A quei tempi utilizzammo delle sostanze a base di acqua per ripulire le pietre della Ghirlandina – ricorda l’architetto Cadignani – Si trattava di prodotti nuovi che andavano a sostituire le pellicole protettive usate in precedenza, che avevano due difetti: si annerivano più facilmente e si attaccavano alle pietre, contribuendo a corroderle. Facemmo quindi un intervento non invasivo, che però ha bisogno di richiami. Non so se chi si occupa dei monumenti abbia presente questo problema, ma credo sia opportuno ricordare che l’operazione di ripulitura che iniziammo è soggetta a richiami e va ripetuta".

Ma non c’è solo l’esterno della torre: "Con l’aiuto della Fondazione restaurammo la guglia e i capitelli della sala dei Torreggiani. Sarebbe bello che si procedesse al restauro anche della sala della Secchia e della canna libera. Insomma, sarebbe un peccato lasciare l’opera a metà. Capisco che il problema sia sempre legato alle risorse, che magari in questo periodo di pandemia vengono dirottate più sulle esigenze mediche e sociali. Ma spero che un giorno – conclude la Cadignani – ci si ricordi anche della nostra torre e si continui a curarla così come facemmo noi".