Incidente Modena, Giacomo Montella morto. "Se ne è andato sotto i nostri occhi"

Il racconto dell’amico che ha assistito all’incidente costato la vita al 29enne lunedì scorso sulla Complanare

L’auto dopo l’incidente sulla complanare

L’auto dopo l’incidente sulla complanare

Modena, 13 febbraio 2019 - «Eravamo dietro l’auto di Giacomo, sulla complanare, e quando ho visto che le luci posteriori non ‘curvavano’ verso destra ho capito. Ho capito che era successo qualcosa di grave, per questo ho preso il cellulare e chiamato i soccorsi, ancor prima di scendere dalla mia macchina».

Lunedì alle quattro del mattino, mentre la Volkswagen New Beetle guidata da Giacomo Montella usciva di strada ribaltandosi più volte, ad assistere al tremendo incidente costato la vita proprio al 29enne di Fiorano c’era un amico, su un’altra macchina, che lo conosceva da 15 anni.

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«Ci eravamo incontrati in un locale di via Emilia Ovest poco prima. Non lo vedevo da un anno e mezzo. Da lì avevamo deciso di raggiungere un bar che si trova in zona Est, per fare colazione insieme», racconta l’amico, 28enne, che si trovava appunto nella vettura dietro a quella della vittima, con accanto un coetaneo. Dalle sue parole, riferite alla polizia municipale che sta conducendo tutti gli accertamenti del caso sull’incidente, emerge un elemento inedito sulla tragedia.

In via Emilia Ovest, dove i giovani si trovavano, Montella, che aveva in auto due ragazze di 21 e 27 anni (rimaste ferite), aveva sbagliato strada, non imboccando l’uscita verso Bologna, bensì quella che porta in direzione complanare. «D’istinto l’ho seguito – dice ancora l’amico e testimone dello schianto –. Quando siamo arrivati sulla complanare lui ha accelerato e si è staccato da noi che stavamo dietro».

All’altezza dell’immissione su strada Bellaria, l’auto esce di strada, sbalzando i tre fuori dall’abitacolo e cominciando a ribaltarsi. Qui il racconto è inevitabilmente terribile e l’unico motivo per riportarlo, parzialmente, è per riflettere su quel tema dato spesso per scontato, la sicurezza stradale: «Ho accostato immediatamente e messo le quattro frecce. Lì era buio pesto – racconta l’amico –, si sentiva ancora la musica uscire dall’auto capovolta su un lato. Sentivamo le urla delle due ragazze che chiedevano aiuto. Anche Giacomo era a terra e abbiamo tentato in tutti i modi di rianimarlo. Respirava, ma poi ha smesso e perdeva sangue. Poi è arrivata l’ambulanza, i sanitari sono andati verso di lui e immediatamente dopo verso le due ragazze. Abbiamo capito che Giacomo era morto, che era appena morto davanti a noi, praticamente tra le nostre braccia. Se non avessimo seguito la sua auto sulla complanare non so quando qualcuno avrebbe ritrovato le due ragazze ferite. Una aveva una frattura a una gamba e, ripeto, c’era un buio totale – aggiunge l’amico di Montella –, una temperatura vicina ai meno cinque. Non so come sarebbe andata a finire questa tragedia se non fossimo stati lì a chiamare i soccorsi immediatamente. Dopo quello che è successo faccio fatica a dormire – spiega il 28enne –, appena chiudo gli occhi rivedo quelle immagini. È proprio vero, fino a quando una cosa del genere non ti coinvolge direttamente non riesci a cogliere le dimensioni dell’accaduto». Il corpo del 29enne Giacomo Montella si trova attualmente in medicina legale al Policlinico, dove oggi si svolgerà l’autopsia.