
"Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro, né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia. Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande".
È una citazione tratta dal celebre libro ’Cose di Cosa Nostra’ di Giovanni Falcone (nella foto piccola), nel quale, attraverso le interviste della giornalista francese Marcelle Padovani, il giudice spiega la psicologia mafiosa. La Sicilia diventa metafora per raccontare la storia di un meccanismo diffuso, ora come allora, in tutto il nostro Paese e non solo.
Ma se c’è una cosa che, a distanza di 30 anni, non ha perso forza, sono le idee. Se la vita termina, la memoria impedisce che essa passi invano. Del resto, non siamo altro che mortali tramiti di immortali messaggi.
Al ricordo viene dunque associato il familiare stratagemma del ‘non dimenticare, per non ripetere’.
E proprio per non dimenticare, qualche anno fa la Rai ha trasmesso uno dei momenti più emozionanti della celebrazione della Giornata della Legalità: lo speciale ’FalconeBorsellino’, condotto da Fazio Fazio, con la presenza, proprio sul luogo della strage, dell’Orchestra dei giovani siciliani, diretta da Nicola Piovani, che accompagna il passaggio, mai avvenuto, della macchina del magistrato.
L’esecuzione orchestrale della colonna sonora del film ’La vita è bella’ ha conferito all’evento una commovente solennità. Il programma, disponibile su Rai Play, racconta attraverso una proposta quasi cinematografica il compimento di un viaggio mai concluso: il tragitto, l’obiettivo, la missione di un grande uomo, improvvisamente interrotta da un detonatore, ripresa tramite il simbolico transito della sua auto che proprio quel giorno passò per quella strada a Capaci. Una missione che noi, nuove generazioni, non dimenticheremo di portare avanti.
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