"Ho fatto pace con il cibo E ora cucino per gli altri"

Chef Stefania Camurri racconta nel libro Cenerpentola la lotta contro l’obesità: "Tanti messaggi, chi vive la fisicità come un problema ora mi contatta"

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"Sono Stefania e sono obesa. Qualcuno penserà che io stia esagerando, magari ‘cicciottina’, ‘tonda’. No, sono obesa e lo sono nel cervello. Io dipendo dal cibo e questo ha condizionato tutta la mia vita". Stefania Camurri, carpigiana, ha passato la vita a lottare con un amore e tormento: il cibo appunto. E ad un certo punto della sua vita ha preso il coraggio di affrontare le difficoltà. E’ nato così ‘Cenerpentola’, il libro che Stefania ha di recente pubblicato e in cui racconta la sua vita, ossia la vita di una donna che non si è arresa. Stefania è un testo autobiografico?

"Assolutamente sì: è un ‘libro-confessione’. E’ il racconto della mia storia".

Come è nata l’idea?

"Ho sempre avuto la passione di scrivere fin dalle medie. Una sera, dopo essere uscita a cena, ho scritto quella che sarebbe poi diventata la prefazione del mio libro. Perché ho sentito che dovevo farlo".

Cosa intende?

"Nel 1994 a 24 anni ho deciso di sottopormi ad un intervento sperimentale allo stomaco perché volevo dimagrire. In un anno ho perso metà del mio peso. Dopo avere lottato tutta la mia adolescenza contro questo problema, contro il bullismo, il sentirmi emarginata, avevo raggiunto quello che volevo. Però in tutti questi anni mi sono detta che l’obesità, il mio malessere, l’intervento, dovevano portare a qualcosa nel mio percorso".

Quali difficoltà deve ancora superare?

"Non posso mangiare cibi solidi perché il mio stomaco ha una capienza ridotta, posso mangiare solo alimenti liquidi o cremosi eppure io mangerei tutto. E la cosa incredibile sa qual è? ".

Dica.

"Che ho portato avanti il lavoro dei miei genitori, ossia sono una chef. Cucino per il ricordo di quello che era il cibo e non posso assaggiare nulla. Reputo ci sia un karma, nulla accade per caso. Cucino per gli altri, ho saputo trasformare il mio amoreodio per il cibo in una passione: cucinare un piatto è come realizzare un quadro in cui tutti i cinque sensi sono coinvolti".

Da dove deriva il nome ‘Cenerpentola’?

"Anni fa sui social avevo lanciato un contest: se dovessi scrivere un libro che titolo mi consigliereste? Mi sono arrivati tantissimi suggerimenti e poi quello perfetto: ‘Cenerpentola’, perché unisce la cucina all’altra mia passione, le scarpe tacco 12".

Cosa significa per lei questo libro?

"Mi sono messa in gioco. Racconto come vive un obeso tra amore e tormento, se posso essere utile anche ad una sola persona io sono felice.

Dai messaggi che mi arrivano mi rendo conto che il problema non è solo l’obesità ma più in generale la fisicità, un naso non perfetto o le orecchie a sventola".

Nella sua vita ha dovuto lottare anche contro il sisma.

"Si, avevamo da poco investito in un locale a Fossoli, poi a maggio 2012 il ristorante è divenuto inagibile. Ho fatto una stagione al mare da dipendente e poi sono rimasta in Toscana nel borgo Campiglia Marittima, qui ho il mio ristorante (Mamanonmama). Devo ancora capire se io amo il cibo o se lui ama me o se al contrario ci odiamo".

Maria Silvia Cabri