Il mondo dorato dell’intramontabile Riccione

Riccione non oggi, ma ieri. Vedere il bel libro ’Riccione’ di Beppe Boni che il Carlino regala, è stato per me un tuffo nel passato, anzi nelle belle acque chiare. Alla fine degli anni 40 andavo a Riccione con la famiglia, prendevamo in affitto la casa di un qualche bagnino poi non ricordo altro. Ma negli anni ’50, man mano che crescevo, cresceva anche Riccione, era la Perla Verde dell’Adriatico, ma anche di questo, ai tempi, non mi importava niente. Cominciavo a vivere, calma! In maniera modesta, la pensione famigliare col gabinetto in fondo al corridoio e la spiaggia dorata, i giochi: dire, fare, baciare, lettera, tavolino, orologio, testamento, i buchi coperti da un giornale e la sabbia, le piste per le palline. Ma anche di questo non mi importava gran chè. E’ stato dopo, colpa delle ragazze, delle gran cotte, silenziose però, nessuno si attentava a dichiararsi, poi arrivava uno che si attentava e addio innamoramento! Andavamo a ballare al Cavalluccio Marino, un locale di quarta categoria, ma era bello lo stesso. Le ragazze si portavano la mamma e questo era un po’ meno bello. Poi tutto di nuovo è cambiato, avevo l’Isomoto e soprattutto una compagnia di amici fantastica, anche se erano tutti bolognesi. Il nostro capo era Nardo Giardina, quello della Magistratus Dixiland Jazz Band. Al pomeriggio suonavano al Florida, Nardo suonava la tromba e cantava come Louis Amstrong, quasi, e noi eravamo felici. Ci si trovava allo Zanarini e lì, una sera ero con Dino Ferrari che si era messo a giocare con una pista di macchinine e un bambino si era avvicinato e gli aveva detto: ’Ma sei davvero il figlio di Ferrari!’. Avevo una cinepresa 8 mm con cui ho fatto molte riprese, orrende, ma avevo anche una Rolleiflex con cui ho scattato tante foto bellissime. I pescherecci nel porto con le vele color ruggine, la spiaggia, la gente, Bepi Savioli in viale Ceccarini. Un mondo lontano di amici, di ricordi, di sogni che continuano ancora guardando le mie fotografie e i libri del Carlino. Il mondo dorato di Riccione di allora.

Beppe Zagaglia